Fiamma Nirenstein, ཿPanorama 7/2/2002, 7 febbraio 2002
Morire per un paio di scarpe. «L’accanimento sulla stessa zona centrale di Gerusalemme, la parte ebraica vicino alla città vecchia, fra via Jaffa, via King George e via Ben Yehouda, ha i toni del paradosso: ”La morte ha già bussato troppe volte”, dice Sarit, la trentaseienne padrona di origine turca di Nashim (’Donne”), negozio di moda per pesone anziane
Morire per un paio di scarpe. «L’accanimento sulla stessa zona centrale di Gerusalemme, la parte ebraica vicino alla città vecchia, fra via Jaffa, via King George e via Ben Yehouda, ha i toni del paradosso: ”La morte ha già bussato troppe volte”, dice Sarit, la trentaseienne padrona di origine turca di Nashim (’Donne”), negozio di moda per pesone anziane. ”Una settimana fa, sparando all’impazzata, un terrorista ha sventrato il mio negozio: sono stata risparmiata dalla sorte. Ho cambiato le vetrine e i manichini, ho riaperto la bottega: per che cosa? Per aspettare il seguito. Un paio di giorni dopo ci è piombata addosso la terrorista suicida: il mio bambino Omar di otto anni era qui, per fortuna al secondo piano. Sono corsa di sopra urlando ”Omar”, mentre il sangue era di nuovo tutto intorno: le vetrine, come in un incubo, ancora una volta in frammenti, il soffitto crollava, urla, sirene. Non c’è niente da fare qui, non si deve troppo giocare col destino. E del resto qui non ci viene più nessuno, tutto è vuoto e triste. Lei morirebbe per un vestito o per un paio di scarpe?”».