Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  aprile 12 Venerdì calendario

Ogni nazione ha il dovere di proteggere i suoi cittadini. «Tornando a casa, tra un silenzio e l’altro, Avraham, il mio marito soldato, mi ha spiegato per l’ennesima volta perché c’è la guerra e perché era giusto farla e perché lui ci è andato

Ogni nazione ha il dovere di proteggere i suoi cittadini. «Tornando a casa, tra un silenzio e l’altro, Avraham, il mio marito soldato, mi ha spiegato per l’ennesima volta perché c’è la guerra e perché era giusto farla e perché lui ci è andato. ”Che Paese al mondo - mi ha detto - avrebbe accettato che i suoi cittadini venissero uccisi a decine, e in più in un giorno simbolico come la cena di Pasqua? Ogni nazione ha il dovere di proteggere i suoi cittadini. Non c’è altra scelta. E io non posso stare a casa a guardare i ragazzi partire militari per difendere il mio Paese, e stare a casa a guardarli alla televisione. Mi sentirei in gabbia, non sono ancora un vecchio. E tu smettila con il pacifismo. E con i tuoi amati palestinesi. Vedrai che alla pace ci arriveremo dopo, ma fare il pacifisti in questo momento è sbagliato e inutile. Con chi la vuoi fare la pace adesso? Con che interlocutore? Con Arafat che pagava i conti delle bombe dei kamikaze e tirava anche sui prezzi? Ma sei scema? Ma non capisci proprio niente? Non vedi che il mondo è ipocrita, che non gliene importa niente di noi? Che fa quello che gli fa comodo? Quando saremo morti tutti, allora sì che piangeranno lacrime di coccodrillo, vedrai, e che diranno i poveri ebrei che buoni che erano. Sei un’ingenua, se credi che ti puoi fidare di qualcuno”. Io gli ho risposto quello che gli ho risposto - che bisogna avere il coraggio di rischiare e di essere creativi e di inventarsi nuovi modi di dialogare e di pensare al futuro e di non rinchiudersi in un guscio difensivo e che bisogna cercare i moderati. Ma a lui è rimasta l’ultima parola: ”Smettila di piangere, che ti è calato il rimmel su tutta la faccia e sembri un mostro. Dai, andiamo fuori a cena, c’è un ristorante nuovo, ti porto a mangiare una bistecca che ti tiri su, sei proprio una gran stupida”».