MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2006, 17 marzo 2006
L’anno scorso Voltaren ha compiuto 30 anni. Si tratta di uno dei più potenti e versatili antinfiammatori e antidolorifici mai inventati
L’anno scorso Voltaren ha compiuto 30 anni. Si tratta di uno dei più potenti e versatili antinfiammatori e antidolorifici mai inventati. Commercializzato dalla Novartis in ben 22 formulazioni, è ormai da anni noto soprattutto per la sua grande affidabilità ed efficacia. La storia comincia appunto a metà degli anni 60, quando Willy Stoll, capo europeo dell’azienda farmaceutica svizzera Geigy, promosse lo sviluppo di un nuovo antinfiammatorio che coniugava la potenza d’azione con la tollerabilità. La molecola fu dapprima identificata con la sigla GP 45840, chiamata in seguito diclofenac, e commercializzata in Italia nel 1975 con il nome di Voltaren. In quegli anni, la ricerca nel campo degli antinfiammatori era focalizzata soprattutto nella creazione di farmaci con spiccate proprietà antireumatiche e con un’azione prolungata nei confronti dell’infiammazione e del dolore. L’obiettivo sottolineava i limiti dei farmaci esistenti. Un farmaco a lunga durata avrebbe quindi segnato una vera e propria innovazione. Il chimico Alfred Sallmann si rese però conto che una lunga permanenza nel sangue avrebbe potuto causare effetti collaterali anche pesanti. Occorreva quindi creare una medicina che avesse effetti prolungati lì dove serviva (per esempio nei tessuti articolatori), mentre occorreva ridurre la sua presenza nel sangue. Si riuscì quindi a giungere al diclofenac, che aveva proprio le caratteristiche desiderate. Sebbene abbia ormai trent’anni, questo gruppo di farmaci ha ancora davanti un futuro promettente. Gli studi odierni sono soprattutto orientati verso le potenzialità di tali medicinali contro il morbo di Alzheimer, come evidenzierebbe uno studio olandese pubblicato sul ”New England Journal of Medicine”, dove s’ipotizza che il Voltaren riesca a ridurre l’infiammazione neuronale, rallentando così il decorso dell’Alzheimer. Benché trarre conclusioni troppo ottimistiche sia prematuro, vari studi sono stati avviati in questa direzione per confermare i dati preliminari.