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 2006  marzo 16 Giovedì calendario

MICHELINI

MICHELINI Alberto Roma 25 luglio 1941. Giornalista tv. Laureato in giurisprudenza. Eletto deputato per la Dc nell’87 e nel 1992, per il Patto Segni nel 1994, per Forza Italia nel 1996. Deputato europeo nell’84 e nell’89 • «Prima di conseguire la laurea in giurisprudenza ha tentato la via della moda e del cinema come aiuto regista, collaborando perfino con Fellini al Satyricon. approdato in tv nel 1968 nella trasmissione Un volto e una storia. Nel 1969 ha condotto un programma per ragazzi intitolato Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie. Nel 1970 è entrato nella redazione del Tg1 come inviato speciale: è stato nella Grecia dei colonnelli, nella Spagna di Franco, In India in occasione delle elezioni che hanno visto Indira Gahndhi perdente, in Afghanistan dopo l’occupazione sovietica e in Libano durante la guerra civile. Nel 1978 è stato il primo giornalista televisivo a intervistare il Papa, che ha poi sempre seguito nei suoi numerosi pellegrinaggi. Per anni è stato conduttore del Tg1 delle 13.30 e delle 20.00. Nel 1985 è stato eletto consigliere comunale a Roma nelle file della Democrazia Cristiana. Da allora è stato additato come ”il crociato, l’integralista, il reazionario incallito, il braccio dell’Opus Dei, il sindaco di Wojtyla”. Più volte deputato ed europarlamentare, nel 1995 come candidato del Polo per le libertà è risultato perdente nello scontro diretto con Piero Badaloni per la presidenza della regione Lazio» (Televisione, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 2002) • «’Rappresentante personale di Berlusconi per i paesi affamati”. quel che si dice il coronamento di una carriera: ”Piacere, Michelini, rappresentante personale di Berlusconi per i paesi affamati”. In che cosa consista, un così significativo incarico, non è molto chiaro, ma si suppone che, una volta individuati con l’aiuto di uno staff i paesi affamati, vi si rechi tempestivamente, per essere ricevuto in aeroporti affamati da governanti affamati ai quali portare i saluti di Berlusconi. Pare che avere fame in presenza di Michelini sia molto meno penoso che avere fame in sua assenza. Berlusconi, grazie all’invio sul posto del suo rappresentante personale, potrà infatti essere informato tempestivamente che ”l’inconveniente della fame” (definizione sua: memorabile) effettivamente sussiste. Prima di oggi, la fame si diffondeva a sua insaputa, ed è per questo che ha potuto farla franca» (Michele Serra, ”la Repubblica” 28/6/2002). «[...] ex mezzobusto del Tg1, ”da 30 anni membro dell’Opus Dei”, dal 2001 rappresentante personale di Berlusconi per il ”Piano d’azione per l’Africa”, già europarlamentare Dc e deputato di FI [...] capolista dei ”Moderati per Veltroni” alle comunali capitoline del 28 maggio 2006. [...] Sposato, tre figli, una lunga carriera di giornalista prestato alla politica su richiesta di De Mita nell’84, accettò con la benedizione di Giovanni Paolo II del quale fu biografo in documentari a puntate venduti pure in cassetta: ”Eravamo a Seul [...] lui mi disse: ’Pregherò per la sua decisione’. Così mi buttai”. Si definisce ”un uomo libero”, fedele solo alle sue convinzioni, spesso irriducibili: quando nel ’95 sfidò Piero Badaloni alla presidenza del Lazio, perse per appena 3.500 voti, ma le schede annullate erano 120mila. Lui pretese la riconta giudiziaria. Altri tempi. ”Quando ho visto che Alemanno era il candidato unico della Cdl ho capito che, da moderato, non mi ritrovavo in questa scelta del tutto sbilanciata a destra [...] Lui è un cattolico, lo stimo, ma la mia decisione ha aspetti anche esistenziali. Prima ho fatto il giornalista, poi il parlamentare, ora voglio dedicarmi a Roma e da qui proseguire il mio impegno per l’Africa. Non potevo farlo con Alemanno”. Africa è la parola chiave, ”passione comune diventata malattia”, sottolinea entusiasta Veltroni. Nei confronti del quale il capolista dei Moderati ha parole di elogio, ”siamo amici da vent’anni, è un politico che ha superato i partiti e le vecchie logiche che portano a odiare l’avversario, ha lavorato tanto per la famiglia e la qualità della vita dei cittadini, mie battaglie da sempre”. [...]» (Giovanna Vitale, ”la Repubblica” 30/4/2006) • «Pomeriggio del 17 aprile 1995. Alberto Michelini, candidato del Polo delle Libertà per la presidenza della Regione Lazio, parla ad Anzio. Accanto a lui c’è Gianfranco Fini, presidente di An. Michelini si accalora: ”La sera del 23 aprile andremo in Campidoglio per chiedere che Rutelli se ne vada a casa. Sono convinto che lo possiamo fare”. E Rutelli, in quel momento sindaco progressista di Roma, ribatte: ”Ma che concezione tribale della democrazia...”. Michelini non è mai diventato presidente del Lazio per il Polo. [...] Fatto sta che ora Michelini, in quota ”moderati”, si ritrova accanto a molta gente con cui negli anni litiga da berlusconiano. Rutelli. E Badaloni, che quella famosa sera del 23 aprile 1995 lo sconfigge per una manciata di voti, 1.590.742 contro 1.583.756. Michelini parte per una serie di ricorsi, tutti respinti, fino al Consiglio di Stato. Qualche scambio di gentilezze. Michelini, ancora impegnato nei ricorsi: ”Sul tuo governo regionale c’è un’ombra”. E Badaloni: ”E tu sei un fantasma”. Clima opposto a quello di oggi. Veltroni: ”Michelini, uomo di libero pensiero”. Michelini: ”Veltroni sa andare oltre le appartenenze ai partiti e alle vecchie categorie”. In fondo siamo a una piccola replica. Nel collegio di Roma 1 nelle elezioni del 1994 Michelini sfida, per il Patto Segni, sia Berlusconi che Luigi Spaventa, centrosinistra. Ma dopo la sconfitta comincia una marcia di avvicinamento al Polo. ”Ribaltino”, ironizzano i Popolari. E lui: ”Io sono coerente, un moderato rimasto moderato”. D’Alema lo gratifica a distanza di un ”Giuda” che lui liquida così: ”Che ne sa di quello che è successo nel Patto Segni quando Mariotto ha cominciato a guardare a sinistra?”. [...] è tutta acqua passata, comunque. [...]» (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 30/4/2006).