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 2006  marzo 05 Domenica calendario

"Nuda sulla Silver Ghost d´oro". La Repubblica 5 marzo 2006. Londra. Evelyn Waugh, grande scrittore-snob della Belle époque, descrive la supermiliardaria lady Docker mentre esce, alla guida della Silver Ghost che si era fatta costruire tutta d´oro, dal salone dell´auto londinese di Earls Court: «Norah era nuda e spumeggiante»

"Nuda sulla Silver Ghost d´oro". La Repubblica 5 marzo 2006. Londra. Evelyn Waugh, grande scrittore-snob della Belle époque, descrive la supermiliardaria lady Docker mentre esce, alla guida della Silver Ghost che si era fatta costruire tutta d´oro, dal salone dell´auto londinese di Earls Court: «Norah era nuda e spumeggiante». Altri testimoni dell´evento ridimensionano. «La Rolls era dorata, non d´oro massiccio, e la lady era solo parzialmente nuda, come quando appariva in uno spettacolo di varietà al Caffè de Paris, vicino a Piccadilly». Ma la leggenda della moderna Lady Godiva, quella che montava il suo cavallo coperta solo dalle lunghe chiome bionde, continua. Lady Docker è stata una delle protagoniste più scandalose degli anni Cinquanta: da Montecarlo l´avevano addirittura espulsa perché una sera al casinò era talmente ebbra da fare a pezzi la bandiera monegasca. Non c´era stata ancora la dolce vita. Non c´erano ancora i paparazzi ma i cronisti mondani sì e i racconti erano divertenti. «La gente non ne poteva più di austerity, rinunce, moralismi. In quel mondo si cercava il lusso sfrenato, l´erotismo e ogni sorta di piaceri. Di eccessi e di follie ce n´erano tanti. E come meglio andarli a scoprire se non a bordo di una Rolls». Lord Kilbracken è uno dei testimoni di quello che lo storico Hobsbawne chiama il «secolo breve», ma che lui ritiene essere tra i più lunghi e più ricchi di imprevisti. Kilbracken è nato pochi anni dopo la splendida vettura che tanto riflette la storia dell´Inghilterra. Suo padre aveva conosciuto bene sia Charles Rolls che Henry Royce, ricordava la festa per il lancio della loro gloriosa automobile. L´accompagnamento musicale in quell´occasione era stato il Rule Britannia, «Britannia rules the waves»: Britannia domina, Britannia domina le onde degli oceani. John Kilbracken è cresciuto seguendo il mito Rolls-Royce. Era come se fosse nato a bordo. A dieci anni aveva accompagnato suo padre a Buckingham Palace per assistere al conferimento della onorificenza di baronetto a Sir Henry Royce. A diciotto anni aveva iniziato a guidarla, malgrado le regole di "noblesse oblige" specifichino che si deve sempre avere un autista professionista al volante. Pilotarsela da soli non è per nulla chic. Kilbracken ricorda che il ruolo della Rolls riflette gli alti e bassi della storia britannica. Non è confinato alle feste e ai balli di Montecarlo e della Costa Azzurra, o ai saloni dorati di Mayfair e Belgravia. Lui ha ereditato alcune ingiallite fotografie del principe di Galles, futuro Edoardo VIII, quello che abdicò per amore di Wally Simpson: siamo al tempo della Prima guerra mondiale e il principe aveva raggiunto il fronte in Italia a bordo di una Rolls. Personalmente Kilbracken vide nel 1940, ai cancelli di Buckingham Palace, in mezzo a una folla che lo applaudiva, Winston Churchill passare in Rolls per ricevere da Giorgio VI l´incarico di primo ministro in sostituzione del dimissionario Neville Chamberlain. «La passione dello statista era però nota alla Gestapo, che sperava di impallinarlo quando era a bordo. Per confondere i tedeschi, Churchill aveva un buon numero di sosia, spesso seduti al suo posto sulla Rolls. Anche Elisabetta adora le sue Rolls-Royce. Ne ha più di una dozzina. La Phantom è la sua favorita: ne fece costruire un esemplare come dono di nozze al marito Filippo». Paolo Filo Della Torre