Piero Citati, ཿla Repubblica 12/4/2002, 12 aprile 2002
a questo punto che l’ebraismo diventa sinonimo di cosmopolitismo? «Venuti dalla Russia, dalla Spagna, dalla Polonia, dal Medio Oriente, gli ebrei diventarono francesi, tedeschi, italiani, inglesi meglio dei francesi, dei tedeschi, degli italiani e degli inglesi
a questo punto che l’ebraismo diventa sinonimo di cosmopolitismo? «Venuti dalla Russia, dalla Spagna, dalla Polonia, dal Medio Oriente, gli ebrei diventarono francesi, tedeschi, italiani, inglesi meglio dei francesi, dei tedeschi, degli italiani e degli inglesi. Con la loro straordinaria qualità di metamorfosi, diventarono come noi. Ricordo, per esempio, la famiglia di Simone Weil, completamente ebraica, dove c’era lo stesso profumo che nella casa di Proust: ma più antico e profondo, perché la famiglia della madre di Simone veniva dalla Galizia. C’era lo stesso sapore di Francia borghese: la buona cultura, l’agio nascosto, i bei modi eleganti, la finezza psicologica, la musica, l’arte della conversazione, la discrezione, la gaiezza sapientemente velata con la malinconia – come se soltanto il sangue ebraico potesse portare il genio della Francia borghese alla sua espressione più pura».