Avishai Margalit, Volti d’Israele, Carocci, 16 marzo 2006
I sionisti non sembrano d’accordo. «Il movimento nazionale del popolo ebraico manifestò fin dall’inizio un atteggiamento profondamente ambivalente nei confronti di Gerusalemme
I sionisti non sembrano d’accordo. «Il movimento nazionale del popolo ebraico manifestò fin dall’inizio un atteggiamento profondamente ambivalente nei confronti di Gerusalemme. Da una parte il nome del movimento deriva dalla parola ”Sion”, che era originariamente il nome di una fortezza (e di una catena di colline) di Gerusalemme. Da qui esso divenne un nome alternativo dell’intera Gerusalemme e addirittura dell’intera terra d’Israele. Il sionismo inoltre prese dalla geografia sacra ebraica il concetto che Gerusalemme è il più alto di tutti i luoghi. Pertanto l’immigrazione in Israele è aliyyah (letteralmente, ascesa), mentre l’emigrazione da esso è yerida (letteralmente, discesa). Il movimento tradusse in azione politica lo struggimento di generazioni di ebrei per Gerusalemme espresso nelle preghiere e nelle pratiche di lamentazione per la distruzione di questa città».