varie, 15 marzo 2006
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SIMONETTO Matilde 1946 (~) La donna che cura l’immagine di Berlusconi. «[...] ”[...] lui divide il mondo in due: quelli che si mostrano in pubblico e quelli che fanno una vita riparata, quelli giù dai gradini
SIMONETTO Matilde 1946 (~) La donna che cura l’immagine di Berlusconi. «[...] ”[...] lui divide il mondo in due: quelli che si mostrano in pubblico e quelli che fanno una vita riparata, quelli giù dai gradini. E pensa che i personaggi che entrano nelle case degli altri attraverso la tv abbiano un dovere in più, debbano essere sempre a posto. Un tempo, non amava baffi, barba, il fumo, adesso gli puoi anche accendere un toscano sotto il naso e non si lamenta. Il fatto è che la politica ha grattugiato via tante piccole fisime. [...] Seguo il dottore dal 1990 e non abbiamo mai fatto una riunione: ci capiamo al volo, basta uno sguardo. [...]”. La signora che amministra la strategia dell’immagine di Silvio Berlusconi si chiama Matilde Simonetto, detta Mity, ”perché mio padre Marzio e mia madre Enrica erano così innamorati che volevano chiamare i figli con i diminutivi veneti ”mi’ e ”ti’, io e te. Sono figlia unica e così sono sempre stata chiamata Mity. Mio padre era il direttore della pubblicità della Snia Viscosa, quando l’azienda era di proprietà di Franco Marinotti, mamma ballerina alla Scala. Pensi che fu papà ad inventare le mostre d’arte a palazzo Grassi, a Venezia, come iniziative promozionali per la Snia, che – attraverso la famiglia Marinotti’ne era proprietaria. Ho sempre respirato, a casa, la polvere del palcoscenico, unita alla velocità delle campagne pubblicitarie, che ti tengono vivo e ti costringono a immaginare sempre il futuro. Proprio come la politica”. Il vero segreto della signora Simonetto è la sua terribile insonnia: ”Da quando avevo 17 anni dormo al massimo quattro ore a notte e così sono in grado di assecondare i ritmi frenetici del dottore”. Casa a Milano e mini appartamento a Roma, lei è davvero l’ombra del presidente del Consiglio. Entrata in Fininvest nel 1982, il suo primo incarico consisteva nella programmazione dei film sulle varie reti, ”Lavoravo con Carlo Freccero, poi sono diventata addetto-stampa di Fininvest comunicazioni, e infine ci siamo inventati, insieme al dottore, un ruolo che non esisteva, imitando gli americani”. All’inizio, racconta, ”si trattava di scegliere bene l’ambientazione dei servizi fotografici, di collaborare con la regìa e le luci delle convention e delle riunioni in cui erano coinvolte le telecamere. Un mestiere tutto da costruire: una regìa degli eventi che in Italia non c’era. In tanti, mi prendevano in giro, mi guardavano con sospetto, come fossimo dei visionari: oggi, invece, l’addetto all’immagine ce l’hanno tutti i partiti, ma proprio tutti. Noi vedevamo in avanti”. attribuita a lei l’invenzione della calza sulla telecamera per togliere le rughe e le ombre dal viso del Cavaliere, ma sono anche merito suo gli spot del 1994, ”la scelta dei colori, il cielo, l’azzurro, sì, al di là delle leggende, se rinascessi farei un corso di regìa”. Sulla Simonetto la leggenda più curiosa consisteva nel numero dei televisori che aveva in casa: tredici. Possibile? ”Vero, e non ho neppure una casa grande. Venne persino la Rai a girare un filmato, nemmeno loro ci credevano. Mia madre ed io volevamo seguire i programmi senza perdere un’immagine, compravamo sempre i modelli nuovi, anche quelli piccolissimi. Sa, ancora oggi pe rme la tv e le immagini sono un regalo meraviglioso, incredibile. Come l’incontro con il dottore: rifarei tutto, è stata ed è ancora una bellissima avventura, sempre di corsa, sempre senza fiato”» (Barbara Palombelli, ”Corriere della Sera” 12/3/2006).