Marco Imarisio Corriere della Sera, 18/04/2002, 18 aprile 2002
Il guascone e la Finanza, Corriere della Sera, giovedì 18 aprile 2002 Portofino (Genova). «Scusi tenente, sa cos’ha fatto l’Italia under 21?»
Il guascone e la Finanza, Corriere della Sera, giovedì 18 aprile 2002 Portofino (Genova). «Scusi tenente, sa cos’ha fatto l’Italia under 21?». E ride. Molto abbronzato, molto sorridente, molto elegante. Ai finanzieri che stanno caricando la sua Mercedes sul carro attrezzi: «Fate attenzione, è una macchina delicata, ci vuole garbo». Poi se ne va con Tirzo Chazaro al Tribunale di Chiavari per una delle centomila cause giudiziarie che lo tengono molto impegnato - questa riguarda l’eredità della contessa - e quando torna, sul piazzale di Portofino trova ancora gli uomini del Gico di Genova che gli stanno portando via auto e beni personali. Si avvicina al maggiore che coordina le operazioni e sventolando una copia del decreto di sequestro gli canta Mina: «Parole, parole, soltanto parooole». La fenomenologia di Maurizio Raggio è di difficile comprensione per chiunque, giudici, forze dell’ordine, giornalisti. Dice: «Mi trattano peggio di un boss mafioso». Ma nessun Riina si metterebbe a ridere in faccia agli ufficiali, in quella che dovrebbe essere la sua peggiore giornata, con i crocieristi dei due yacht in rada e le quattro scolaresche in gita che lo fotografano mentre viene privato dei suoi beni, davanti alla gente che lo ha visto crescere. Lui esibisce il modo di fare guascone che ha mandato fuori di testa i magistrati di mezza Italia: «E pensare che avevo puntato la sveglia al mattino presto, ma loro sono arrivati prima. Stavolta però hanno telefonato». Un atteggiamento tra incoscienza e provocazione. Qualcosa che riguarda la sua robusta esperienza di vicende giudiziarie, ma anche una visione della vita da giocatore. Comunque sincero, se stesso fino in fondo. Quando l’ufficiale che coordina le operazioni dice di aver «offerto un caffè al signor Raggio, che lui ha sdegnosamente rifiutato», l’ex fidanzato della contessa, tra un Sms e l’altro, ribatte così: «Anche Sindona avrebbe rifiutato volentieri il suo ultimo caffè». I turisti gli chiedono di mettersi in posa? Un bel sorriso e clic. Chiacchiera di politica e sport con i giornalisti, risponde in tre lingue diverse a tre diverse telefonate, fissa l’appuntamento a pranzo. in corso il sequestro dei suoi beni, ma quello è il meno, cosa vuoi che sia. I finanzieri lo chiamano dentro al garage per fargli firmare la ”ricevuta”, e lui si raccomanda per la Polo vecchia di 14 anni: «Sapete, fa parte del tesoro di Craxi ma è un po’ giù di batteria, non è che potete pensarci voi?». Cambio di scenario, la Guardia di finanza se n’è andata, Raggio ha finito di pranzare, si concede un caffè alla ”Gritta”, e commenta la giornata. Alla sua maniera. «Non so se essere più incazzato o amareggiato - dice -. Tangentopoli è finita da un pezzo, eppure questi continuano a cercare, per farmi il sequestro hanno usato una leggina che non era mai stata applicata a nessun indagato di Mani Pulite. Cosa volete, sono un privilegiato». Le turiste che entrano alla ”Gritta” lo distraggono, ma lui si fa forza: «Mi hanno sequestrato le quote di questo locale, che dal 1954 era del mio papà. Cosa centra con il tesoro di Craxi?». Per spiegare gli eventi che lo riguardano, non usa la prudenza che dovrebbe essere propria di un indagato, non fa parte del personaggio: «Dopo il fallimento dell’inchiesta sulla morte della contessa, perché nessuno ha ancora spiegato com’è morta, i pm di Chiavari hanno fatto un’indagine patrimoniale sul mio conto: come i cavoli a merenda, ma fa notizia». quasi una sfida, ma Raggio non è matto. soltanto molto sicuro di sé, al limite dell’autolesionismo. In realtà gli brucia il sequestro eseguito in piazza a Portofino, davanti al suo rivale Tirzo che si fuma una sigaretta («Affari suoi», dice il messicano). Ma non lo ammetterebbe mai: «I miei compaesani ormai sorridono quando vedono arrivare la Finanza. Capiscono che si tratta di una persecuzione, il risultato dei veleni che l’anno scorso mi sono stati buttati addosso e che qualcuno, spero involontariamente, ha utilizzato». Il riferimento a Tirzo è evidente (aggiornamento: i due continuano a vivere sotto lo stesso tetto e hanno ripreso a salutarsi). «Qualche nemico può gioire, ma non capisce che queste mie traversie non portano profitto economico a nessuno». Scusi Raggio, può spiegare cos’è questo tesoro di Craxi? Si fa serio per un attimo, riflette. E poi, disarmante: «La capacità politica di trasformare le idee in realtà». Solo una cosa lo turba, l’avviso di garanzia recapitato un mese fa alla sua fidanzata, Rocìo Saldivas, che vive con lui a Villa Altachiara. «La più grossa porcheria che hanno potuto fare. Lei è un angelo innocente». Poi, si rimette la maschera da guascone: «La mia vita non cambia. Stasera me ne vado al cinema, pensando ai magistrati che indagano su di me. Lo danno ancora Mission impossible?». E giù un’altra risata. Marco Imarisio