Dini Djalal Internazionale, 5/04/2002, 5 aprile 2002
Letteratura modaiola: in Indonesia si legge poco e gli autori si danno al pop, Internazionale, 5 aprile 2002 Dewi Lestari è l’autrice del romanzo Supernova, grande successo dell’anno sia per il pubblico sia per i critici dell’Indonesia
Letteratura modaiola: in Indonesia si legge poco e gli autori si danno al pop, Internazionale, 5 aprile 2002 Dewi Lestari è l’autrice del romanzo Supernova, grande successo dell’anno sia per il pubblico sia per i critici dell’Indonesia. E ha una confessione da fare: ha letto poca letteratura occidentale e indonesiana, e non si è mai neppure avvicinata all’opera del più famoso scrittore indonesiano, Pramoedya Ananta Toer. Considerato che questa debuttante ventiseienne è stata osannata per il suo audace stile narrativo - il grande scrittore Taufiq Ismail ha definito il suo romanzo una «boccata d’aria fresca» - la rivelazione è sorprendente. La Lestari sostiene invece che il mondo letterario indonesiano - molto elitario e ripiegato su se stesso - ha bisogno proprio di neofiti come lei, che introducano nuovi punti di vista e facciano aumentare il numero dei lettori. «Sto cercando di mettere la letteratura alla portata di tutti», dice Lestari, il cui libro ha una struttura piuttosto innovativa che coniuga scienza e spiritualità. «Un romanzo deve essere avvincente e divertente. Deve lanciare una moda». Quella che sta conducendo Lestari non è comunque una rivoluzione solitaria: anche gli autori indonesiani stanno cercando di rendere più accessibile la letteratura. Le librerie, considerate una volta semplici appendici dei negozi per materiali da ufficio, cominciano oggi a spuntare come funghi nelle grandi città e a registrare un volume di vendite discreto. Sono comparse nuove case editrici - la stessa Lestari ne ha fondata una, la Trudee Books, dopo che doversi editori avevano rifiutato il suo romanzo - e nascono nuovi giornali letterari e riviste underground. Il mestiere di scrittore sta lentamente diventando attraente. Rimane però il fatto che gli indonesiani leggono poco. Supernova, considerato un best seller, ha venduto appena 14mila copie - non molte per un paese che conta 220 milioni di abitanti. Secondo l’associazione degli editori, l’anno scorso sono stati pubblicati circa tremila libri, compresi i testi scolastici e le riedizioni: meno della metà di quelli pubblicati ogni anno in Malesia e in Thailandia, paesi molto meno popolati. Un recente studio dello scrittore Taufiq Ismail, che dirige anche la fondazione letteraria Yayasan Indonesiana, ha indicato che gli studenti delle scuole superiori indonesiane leggono solo testi scolastici. Tanto per fare un confronto, i loro coetanei statunitensi leggono in media trenta testi non scolastici durante gli studi. Nonostante una tradizione letteraria ricca e varia, che va dai complessi racconti popolari di Java alla poesia allegorica di West Sumatra, le vendite dei romanzi sono così basse che molti scrittori guadagnano di più all’estero che in patria, dove i loro lettori potenziali tendono più a guardare la tv che ad aprire un libro. Qualche segnale positivo, però, esiste: le vendite della libreria Askara di Jakarta sono aumentate del 20 per cento in dodici mesi. «Un mercato potenziale esiste», dice il proprietario della libreria Winfred Hutabarat, che ha notato una crescente domanda di letteratura indonesiana da parte di clienti locali e stranieri. Lo stesso Hutabarat nutre però poche illusioni sulla possibilità di diffondere la pratica della letteratura. Secondo lui, parte del problema sta nel fatto che gli indonesiani non ricevono stimoli adeguati a scuola. Nell’attuale programma di studi, la letteratura non è materia obbligatoria; [...] Secondo John MeGlynn, direttore di Lontar, casa editrice non-profit che ha tradotto in inglese vari libri indonesiani, «o cambia il programma educativo del governo o le opportunità per la letteratura rimarranno limitate». McGlynn ha in mente molte iniziative possibili per favorire lo sviluppo della letteratura indonesiana. Poiché le cassette costano la metà dei libri, McGlynn ha pensato di vendere audiolibri, che potrebbero attirare anche quegli indonesiani che, pur essendo interessati alla ricca tradizione letteraria locale, rimangono ancorati a un tipo di diffusione orale della cultura. [...] McGlynn dice che «un anziano in grado di recitare a memoria tutto il Wajang non può certo essere considerato un analfabeta». Ma, al di là di tutti gli sforzi per conservare e sviluppare il patrimonio della letteratura indonesiana, la sua diffusione sembra ostacolata da un’ulteriore, meno evidente minaccia. «Appena uno scrittore ha un po’ di successo diventa una star», dice l’editore Winarno, «comincia subito a scrivere rubriche sulle riviste, perdendo ogni interesse per la produzione letteraria». Questa sembra essere la strada imboccata anche da Dewi Lestari. Pur essendo riuscita ad allargare il pubblico di lettori, non sembra infatti interessata ai vantaggi che possono venirne ai suoi colleghi. E non sembra intenzionata a scrivere un altro romanzo: il suo prossimo progetto è un disco pop. « meglio diversificare la propria produzione che sfornare dieci romanzi di fila», dice. A quanto pare, la ”creazione” non è la sua scrittura, ma lei stessa. Dini Djalal (Far Eastern Economic Review)