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 2006  marzo 15 Mercoledì calendario

Rollan Jesus

• Nato a Madrid (Spagna) il 4 aprile 1968, morto a Barcellona (Spagna) l’11 marzo 2006 (suicidio). Giocatore di pallanuoto (portiere). «Sorrideva Jesus Rollan sul bordo di una vasca di Fukuoka nell’appiccicoso agosto nipponico del 2001. Solare, dall’eloquio travolgente, raccontava dell’Italia, che aveva appena battuto con la Spagna, e dell’Italia (della cucina, soprattutto), in cui sarebbe venuto a vivere, mettendosi sulla cabeza la storica calottina della Pro Recco. [...] ingegnere agronomo, campione con ironia: ”Ho scelto di fare il portiere perché ci si stanca di meno”. Mestiere duro la pallanuoto, un piccolo grande mondo di fratelli, dove ci si conosce tutti e che ora piange uno dei figli più bravi. Per quelli che badano solo ai risultati, bastano un’Olimpiade (Atlanta ’96) e due Mondiali (Perth ’98, Fukuoka ’01) con la Spagna? Ancora: due Coppe dei Campioni, con il Club Natació Catalunya e con il Recco. Otto titoli nazionali, una Coppa delle Coppe. Volendo si può continuare. [...] Era l’altra parte della mela spagnola, davanti il funambolico Manuel Estiarte, dietro lui, Jesus, con le braccia da airone. Vinsero tutto. Jesus si era ritirato nel 2004. Per un po’ aveva allenato il Chiavari, poi era tornato in Spagna da Letizia e dalla piccola Asia. Dicono che s’è buttato da una finestra, che era depresso, che la rilevanza del prima non bastava a riempire il vuoto del dopo. [...]» (r. per., ”Corriere della Sera” 12/3/2006). «[...] Non gli bastava l’amore della sua Letizia, non era servita la nascita della splendida Asia, sembrava troppo poco anche l’incarico ricevuto nelle nazionali giovanili: il distacco dall’attività agonistica, dopo Atene 2004 (i quinti Giochi della sua formidabile carriera), aveva rappresentato un trauma forte per quel ragazzone così fragile. Un atleta che possedeva una bacheca luccicante: un oro olimpico (’96) e due titoli mondiali (nel ’98 e nel 2001),campione d’Italia e campione d’Europa con il Recco (2002 e 2003), dopo aver conquistato sette scudetti, una coppa Coppe e un’altra coppa Campioni nel suo Paese. Trionfi collezionati con la sua caratteristica maniera di caricarsi: un bacio al pallone e un grido, dopo ogni grande parata (’Non lo faccio per indispettire gli avversari, ma per me e per i tifosi”). Nel suo ruolo, molti lo hanno considerato il più bravo di tutti i tempi. ”Questo non lo so. Posso solo dire che la pallanuoto è la mia vita” ripeteva Jesus. [...]» (Franco Carrella, ”La Gazzetta dello Sport” 14/3/2006).