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 2006  marzo 15 Mercoledì calendario

L’albero di mango (Mangifera indica L.) sarebbe originario delle regioni Himalayane dell’India o del Burma: il suo nome deriva dalla parola Tamil ”mangai”

L’albero di mango (Mangifera indica L.) sarebbe originario delle regioni Himalayane dell’India o del Burma: il suo nome deriva dalla parola Tamil ”mangai”. I portoghesi lo portarono in Sudafrica e in America Latina, gli spagnoli nelle Filippine, in Africa occidentale fece la sua comparsa solo nel XIX secolo. Apprezzato fin dai tempi più antichi per i suoi frutti dolci e nutrienti, appare in molte leggende indiane ed è considerato sacro dagli Indù, che con le sue foglie fanno ghirlande per adornare i templi. L’albero di mango, della famiglia delle Anacardiaceae, sempreverde, ramoso, con la corteccia resinosa e il legno duro e ruvido di color rosso, raggiunge rapidamente un’altezza che varia tra i 10 e i 30 metri e vive facilmente cento anni e più. Le sue foglie sono appuntite e lucide, i fiori bianco-rosati o giallastri. La sua fertilità è leggendaria: un albero adulto può portare oltre 1.000 frutti contemporaneamente! Il frutto, ricco di vitamina A, B1, B2 e carotene (il contenuto di vitamina C dipende invece dalle varietà), tondo o ovale, ha la buccia color giallo-rossastro e la polpa arancione. Di solito sono in commercio esemplari di tre-quattro etti, ma alcuni possono superare il peso di due chili. Del mango, inoltre, non si utilizza solo il frutto: l’estratto preparato con le foglie è un ottimo collutorio ed è anche usato come tintura naturale per ottenere il colore giallo, mentre il legno viene utilizzato come combustibile o materiale da costruzione.