MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2006, 15 marzo 2006
Occorre davvero possedere lo sguardo dei matematici per apprezzare fino in fondo le equazioni. Forse perché loro, a differenza dei comuni mortali, comprendono a colpo d’occhio il loro significato
Occorre davvero possedere lo sguardo dei matematici per apprezzare fino in fondo le equazioni. Forse perché loro, a differenza dei comuni mortali, comprendono a colpo d’occhio il loro significato. Forse perché, esattamente come per i musicisti, questi segni sulla carta sono come note su un pentagramma, e riportano ad armonie e accordi udibili con le orecchie della mente. Bertrand Russell, matematico e filosofo, decretava che la scienza dei numeri «è una combinazione perfetta di tutti gli elementi caratteristici della grande arte... La matematica costruisce un mondo ideale, in cui ogni cosa è perfetta e allo stesso tempo vera». Ma è certo che, per apprezzare la bellezza di tali formule, il semplice buon gusto non basta. Il cosidetto numero di Eulero (qui riprodotto) è considerato l’equazione più bella della storia della matematica perché mette insieme i cinque numeri più importanti della matematica e unisce i campi della geometria, dello studio dello spazio, dell’algebra, della struttura e della quantità. In parole un pochino più povere: lega tra loro in modo semplice cinque costanti fondamentali. Il risultato numerico? 2,71828282. Ma, in fin dei conti, è la cosa che per un esteta dei numeri ha minor importanza. Come ha detto Paolo Zellini, docente di analisi numerica all’Università Tor Vergata di Roma, «c’è bellezza là dove la matematica riesce a governare nel modo più semplice possibile qualcosa di complesso. C’è poi la bellezza della simmetria, che si coglie anche in natura. Ma occorre entrare nella matematica per comprenderla. Non basta guardarla».