MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2006, 15 marzo 2006
Le ricerche più recenti dimostrano che gli animali sono in grado di provare l’orgasmo e che molte specie presentano lo stesso tipo di risposta fisiologica degli esseri umani
Le ricerche più recenti dimostrano che gli animali sono in grado di provare l’orgasmo e che molte specie presentano lo stesso tipo di risposta fisiologica degli esseri umani. Le femmine e i maschi dei primati, ad esempio, arrivano all’orgasmo tramite contrazioni dei muscoli genitali potenti, rapide e ritmiche. Nelle femmine di macaco dalla coda mozza, la misurazione delle contrazioni uterine ha rivelato che cominciano ad aumentare di insensità e pressione 8-10 secondi prima del raggiungimento del climax. Queste contrazioni genitali continuano per circa 50 secondi. L’espressione facciale tipica del climax, con la bocca aperta a forma di O, compare quando le contrazioni raggiungono l’apice, dura per circa 30 secondi e scompare prima che le contrazioni muscolari pelviche siano ritornate ai livelli preorgasmici. Molti studiosi sono poi convinti che le femmine dei primati e di altre specie traggono piacere dall’autostimolazione della clitoride. Femmine di scimpanzè a volte si stuzzicano i genitali e mentre lo fanno producono suoni simili a una risata. Le femmine di babbuino verde si accarezzano la clitoride con la punta della coda, le femmine di macaco giapponese sfregano la clitoride avanti e indietro con un dito. Sembra che anche le pratiche sessuali con oggetti non siano privilegio esclusivo degli esseri umani. Le femmine di scimpanzè si stimolano con un mango o un pezzetto di legno, una scimpanzè particolarmente inventiva si costruì un vibratore collocando una foglia sotto la vulva e poi colpendone ritmicamente il gambo in modo da farla vibrare! Le femmine di porcospino stimolano la clitoride in modo molto complesso: si mettono a cavalcioni di un bastoncino e lo tengono stretto tra le zampe anteriori. Camminare stando sul bastoncino fa sì che esso vada a urtare contro il suolo e vibri, stimolando di conseguenza la clitoride. I ricercatori hanno anche osservato che forma e dimensioni della vagina variano di molto a seconda delle specie. Alcune vulve sono ampie, altre dei vicoli ciechi. Molte sono dotate di nervature. La scrofa ha una cervice a spirale simile alla filettatura di una vite. La vagina delle foche è lunga e sinuosa e presenta un imene molto sviluppato. Le iene maculate non hanno la vagina ma una clitoride molto sviluppata simile al pene del maschio; certe specie di rettili hanno la vagina biforcuta. Il record numerico spetta alle femmine di canguro, che vantano tre vagine. La prima è una sorta di vicolo cieco che si apre al momento della nascita; le altre hanno due cervici gemelle e una coppia di uteri separati; I punti di entrata sono variabili: le femmine di elefante hanno vulve allungate che vanno dall’ano al ventre cascante. I porcellini d’India hanno vagine che si aprono solo durante l’estro e per il resto del tempo sono sigillate da una membrana. I genitali esterni di alcuni primati ispirano davvero rispetto. Le bonobo, ad esempio, sfoggiano clitoridi e labbra enormi di un brillante color ciliegia! Anche la clitoride varia di molto nelle forme e nelle dimensioni. Nelle femmine di elefante misura fino a 40 cm, la clitoride della scrofa ha una corona molto appuntita mentre nei marsupiali è divisa in due come il pene dei maschi.