MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2006, 15 marzo 2006
Sigmund Freud teorizzò che l’uomo moderno ha una paura atavica della vagina e tende a immaginarla come una bocca pronta con i suoi denti a evirare il maschio
Sigmund Freud teorizzò che l’uomo moderno ha una paura atavica della vagina e tende a immaginarla come una bocca pronta con i suoi denti a evirare il maschio. La moderna ricerca etnografica ha evidenziato che nelle più diverse parti del pianeta, dall’Africa alla Polinesia, esistono racconti di questo tipo. Un mito dei mehinaku del Brasile narra, ad esempio, di una bellissima donna che, per punire un uomo iroso, raccoglie delle conchiglie, le inserisce nella vagina e invita quindi l’uomo a unirsi con lei: «Il suo pene era grande; entrò dentro di lei. La vagina tagliò di netto il suo pene e l’uomo morì sull’amaca». Un’altra costante di molte società in molte epoche storiche è la negazione del piacere sessuale femminile, accompagnata dalla paura che la donna possa avere rapporti non controllati. La donna è pensata come un oggetto debole e passivo, pericolosamente succuba del piacere. Ecco allora che in diverse culture africane (anche preislamiche) viene praticata la mutilazione degli organi sessuali femminili. La clitoridectomia (taglio del clitoride) toglie o riduce alla donna la possibilità di provare piacere; l’infibulazione (cucitura della vagina) le impedisce il rapporto sessuale. Queste pratiche vengono giustificate con motivi di carattere religioso o igienico. Non si può però ignorare che ogni anno migliaia di donne (anche fra le immigrate in Europa) muoiono in seguito a infezioni conseguenti a tali pratiche.