MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2006, 15 marzo 2006
L’isola Ferdinandea è emersa a sud delle coste della Sicilia, tra Pantelleria e Sciacca, nel luglio 1831 a seguito di una vistosa attività vulcanica sottomarina che attirò l’attenzione dei naturalisti dell’epoca e di molto pubblico
L’isola Ferdinandea è emersa a sud delle coste della Sicilia, tra Pantelleria e Sciacca, nel luglio 1831 a seguito di una vistosa attività vulcanica sottomarina che attirò l’attenzione dei naturalisti dell’epoca e di molto pubblico. L’isola raggiunse una circonferenza di circa 5 km e un’altezza di 70 metri nell’agosto del 1831. Ma il 28 dicembre dello stesso anno, beffando le rivendicazioni territoriali in corso tra Gran Bretagna, Francia e Regno Borbonico delle Sicilie, che ne avevano stimato il ruolo strategico nel Mediterraneo, l’isola scomparve inghiottita dal mare. Attualmente resta un piccolo scoglio sommerso a testimonianza della sua esistenza. Oggi sappiamo che l’eruzione dell’isola Ferdinandea è dovuta a un tipo di attività idrovulcanica che si origina quando, nei fondali di bassa profondità, un magma basaltico interagisce in maniera esplosiva con l’acqua del mare, producendo un equivalente sottomarino delle eruzioni stromboliane. Questo tipo di eruzione è noto come surtseyano, dall’isola di Surtsey formatasi al largo dell’Islanda fra il novembre 1963 e il maggio 1965. L’energia termica del magma viene trasmessa all’acqua che si trasforma in vapore e produce ripetute esplosioni che frammentano sia il magma sia le rocce incassanti. L’apparato vulcanico viene formato proprio dall’accumulo di questi detriti; tuttavia, in assenza di effusioni laviche, la mancanza di coesione facilita l’azione di smantellamento da parte delle onde del mare. riportato il caso di un’isola nell’arcipelago delle Salomone che è stata formata e poi distrutta per ben nove volte dal 1939 a oggi.