14 marzo 2006
Tags : Mirjana. Karanovic
Karanovic Mirjana
• Nata a Belgrado (Serbia) il 28 gennaio 1957. Attrice. «[...] una delle attrici più amate del Paese. Forse la ricorderete come la ballerina contesa fra i due protagonisti di Underground, la rassegnata madre di famiglia di Papà è in viaggio d’affari o la manager arguta di Fragole al supermarket [...] ha vinto il primo premio al Festival di Berlino con un film intitolato Grbavica e quel momento avrebbe dovuto rappresentare il coronamento di una carriera, se non fosse per il fatto che da allora il mondo ha cominciato a crollarle addosso. ”Puttana e traditrice”, hanno scritto sui muri di Belgrado, città notoriamente non molto interessata alla vita privata delle signore. In questo caso la condanna nasce dall’associazione fra elementi che confondono realtà, sentimenti e loro rappresentazione, alla signora Karanovic viene contestato non di essere puttana e neanche di aver recitato come tale ma di aver interpretato il ruolo di vittima di un soldato serbo, dunque di una puttana in senso sciovinistico, e poi traditrice per aver veicolato questo messaggio nel mondo. Un’icona nazionale non può prestare viso, corpo e sensibilità al dramma personale di una ”nemica”. Grbavica parla degli stupri in Bosnia e la serbissima Mirjana interpreta Esma, quieta donna di Sarajevo violata dalle truppe cetniche. La storia è raccontata con grande garbo da una giovane regista musulmana che si chiama Jasmila Zbanic e non ha girato un film antiserbo, casomai critico verso la società bosniaca. Nella storia Esma è una donna sola che ha cresciuto una figlia di 12 anni fra l’indifferenza e spesso l’ostilità dei vicini e quando per ragioni scolastiche la piccola le chiede un certificato di morte del padre che le è stato descritto come un eroe di guerra, uno ”shehid” morto per difendere la città, le tocca raccontare la verità. Grbavica è il quartiere di Sarajevo che costeggia l’aeroporto e durante la guerra fu per quattro anni occupato dalle truppe serbe, Esma-Mirjana è una donna che dopo aver subìto violenza si era tenuta la bambina come nella realtà postbellica è accaduto in migliaia di casi. Questa ”fiction” condensa alcune migliaia di storie vere, ecco la ragione per cui si è scatenata la rissa. Che il cinema non sfiori la realtà, per favore: quattro battute ed un volto famoso hanno potuto riattizzare in un attimo furie sopite e frustrazioni rimosse, hanno colpito il punto sensibile, scoperchiato una vena di magma ricoperta per oltre un decennio. Durante la guerra di Bosnia furono migliaia i casi di violenza da parte serba, bosniaca e croata, migliaia le donne, i fratelli, mariti, sorelle, padri coinvolti nel disastro eppure da allora sull’argomento è sceso il silenzio come se la vergogna dovesse prevalere su tutto. Alla premiazione berlinese la regista aveva detto che le donne bosniache vittime di violenza sono state quasi 20 mila, a Belgrado si è mantenuta più sulle generali però ha aggiunto ”la presceneggiatura di questo film è stata scritta qui”. [...] La signora Karanovic ha potuto dire soltanto ”prima di girare questo film ho contattato vittime degli stupri di ogni parte e ho visto il medesimo dramma” prima di annegare nella rissa» (Giuseppe Zaccaria, ”La Stampa” 11/3/2006).