Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  marzo 14 Martedì calendario

FANFANI Giuseppe.

FANFANI Giuseppe. Nato a Sansepolcro (Arezzo) il 19 aprile 1947. Politico. Della Margherita. Nel 2006 eletto sindaco di Arezzo. «Avvocato anche di chi non ha soldi, un po’ democristiano (come lo zio) pittore (come lo zio), un po’ bilioso (ancora come lo zio Amintore). Ha strappato Arezzo al centrodestra e l’ha restituita a un Fanfani» (Corriere della Sera) o «[...] penalista, responsabile Giustizia della Margherita [...] è l’autore di una proposta di legge che, una volta approvata, taglierebbe le gambe al doppio lavoro di avvocato-deputato. [...] ”Si può scegliere: o l’avvocato si sospende dall’Albo, e la Camera versa i contributi figurativi, oppure può continuare pure a esercitare l’attività forensema evitando scrupolosamente le cause a favore o contro la Pubblica amministrazione [...] Quelli che fanno amministrativo molto spesso diventano il riferimento di tutti gli affari che riguardano gli enti pubblici. Per questo un amministrativista si arricchisce [...] Ai colleghi voglio dire che non bisogna approfittare della carica pubblica. Ecco perché chi non si autosospende non dovrebbe curare cause civili né a favore né contro la pubblica amministrazione. Nel penale? L’incompatibilità deve riguardare tutte quelle cause per reati che offendono la pubblica amministrazione. E tanto per intenderci, parlo di peculato, concussione, bancarotta. Ecco, il parlamentare-avvocato può occuparsi al massimo di reati bagattellari [...] io ho continuato a esercitare la professione durante il mandato parlamentare ma ho difeso, gratis, tutti i disgraziati di questo mondo. una questione di coscienza [...] Ho rifiutato molte proposte, ma ora non vorrei diventare un esempio di moralismo. Non è il caso [...]”» (D.Mart., ”Corriere della Sera” 14/3/2006).