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 2006  marzo 14 Martedì calendario

CUGNASCHI Marina

CUGNASCHI Marina Lecco aprile 1965 • «L’hanno chiamata “eroina” alternativa [...] è la definizione usata dai giudici del Riesame di Genova che le negarono gli arresti domiciliari nel dicembre 2002. La Cugnaschi era in cella a Pontedecimo, arrestata all’alba del 4 dicembre nella casa occupata di via Raimondi, a Milano, per “devastazione e saccheggio”. Con 23 fermi si chiudeva la prima fase dell’inchiesta sui 121 episodi di violenza contati a Genova il 20 luglio 2001, giorno della morte di Carlo Giuliani. Filmati e foto, dirà poi il gip dedicando alla Cugnaschi 9 pagine di ordinanza, mostrano “episodi di danneggiamento seguito da incendio ai quali risulta aver materialmente partecipato”. Una foto ritrae una donna davanti al portone del carcere di Marassi in fiamme. Per l’accusa è la Cugnaschi, per la difesa no. È una battaglia legale dura, nella quale gli imputati rischiano condanne pesanti: per devastazione e saccheggio le pene vanno da 8 a 15 anni. [...] Un lavoro in una cooperativa di assistenza agli anziani a Milano. Incensurata a parte un precedente per “adunanza sediziosa” per una vecchia manifestazione animalista. Nell’inverno 2002 Marina Cugnaschi fu l’unica donna a finire in cella. E per i giudici che le negavano la scarcerazione, non era certo nemmeno che l’avrebbe accettata perché farebbe “scemare la propria immagine di eroina/prigioniera politica agli occhi del proprio gruppo”.Quell’immagine, in realtà, derivava dalle tante scritte lasciate sui muri di Genova da un corteo di solidarietà con i reclusi: “Marina libera”. L’“eroina” restò dentro qualche settimana. A febbraio 2003 il Riesame decise: “La misura degli arresti domiciliari (stavolta chiesti, ndr) è idonea”. E spiegò “Non si ritengono sufficienti gli orientamenti ideologici in una particolare area anarchica, espressi anche attualmente”. Ecco, l’“area”. L’ordinanza di custodia per la Cugnaschi parla di “appartenenza a gruppi anarchici e in particolare al gruppo anarco- animalista ‘Comitato di Liberazione animale’” e cita “l’esistenza di stretti legami con le frange più radicali e violente dei movimenti anarchici, note come ‘insurrezionaliste’... nell’ambito di un movimento denominato ‘Solidarietà internazionale’, che ha struttura clandestina”. A titolo di “riprova” è citata anche la sua presenza “tra il pubblico del processo a Cadeddu Maria Grazia”, condannata per l’attentato del ’97 a Palazzo Marino. [...] Forse è l’unica donna in Italia che rischia due imputazioni per “devastazione e saccheggio”. I carabinieri l’hanno presa in un cortile durante gli scontri dell’11marzo 2006 con altre 20 persone: 8 redskin emiliani, due militanti dell’Orso, tre minorenni, qualcun altro in fuga dopo che la “manifestazione anti-fascista” era diventata guerriglia. Le forze dell’ordine hanno immagini di quello che è successo. “Vediamo quei filmati”, ha detto Marina Cugnaschi dal carcere» (Mario Porqueddu, “Corriere della Sera” 14/3/2006).