Onda n. 12 2006, 14 marzo 2006
Il comico Jon Stewart, scelto come conduttore degli Oscar per il suo successo nella satira politica, ha fatto della amministrazione Bush e dei gay il bersaglio principale delle sue battute
Il comico Jon Stewart, scelto come conduttore degli Oscar per il suo successo nella satira politica, ha fatto della amministrazione Bush e dei gay il bersaglio principale delle sue battute. Ma è stato attento a non calcare troppo la mano. Ecco le sue migliori battute: «La cantante Bjork non ha potuto essere qui stasera: mentre cercava di indossare il suo vestito da cigno è stata presa a fucilate da Dick Cheney». «Questa è la notte dove uno può vedere tutti i suoi divi preferiti senza fare donazioni al Partito Democratico». Sulle sconfitte elettorale dei democratici: «Questa è la prima volta che molti di voi hanno votato, qui agli Oscar, per un vincitore». Sulla guerra in Iraq: «Pensate che se tutti insieme facciamo cadere questo gigantesco Oscar riporteremo la democrazia a Hollywood?», ha chiesto al pubblico alludendo all’abbattimento delle statue di Saddam Hussein a Baghdad. Stewart ha poi ideato una divertente novità: gli spot pubblicitari contro i candidati agli Oscar, stile campagna elettorale negativa. «Non votate per Judi Dench - ammoniva uno spot - mi ha cavato un occhio in una rissa al bar». Più successo hanno avuto le battute sui gay a cominciare dal suo saluto iniziale: «Ladies, gentlemen, Felicity» (l’attrice Felicity Huffman era candidata per il ruolo di un transessuale). «Capote ha infranto molti tabù mostrando che ad essere gay non sono soltanto i cowboys virili, ma anche gli intellettuali di New York». «Charlize Theron interpreta in North Country il ruolo di una donna che, giudicata per il suo aspetto, è pagata meno rispetto ai colleghi maschi. Per fortuna, finito il film, è tornata a Hollywood». «Guardate cosa avete fatto! Queste attrici ormai non possono neanche più permettersi vestiti che le coprano interamente!». Su Steven Spielberg. «Ci ha dato Schindler’s List e Munich. Parlando a nome di tutti noi ebrei posso dire che non vediamo l’ora di sapere come le cose andranno a finire. Speriamo che completi presto la sua trilogia».