Claudio Gatti Il Sole-24 Ore, 03/05/2002, 3 maggio 2002
I cani antiantrace sono l’ultima trovata americana contro i bioterroristi, Il Sole-24 Ore, venerdì 3 maggio 2002 New York
I cani antiantrace sono l’ultima trovata americana contro i bioterroristi, Il Sole-24 Ore, venerdì 3 maggio 2002 New York. Scenari del terrore. 9 dicembre 2002: il Consiglio di Sicurezza Nazionale viene convocato d’urgenza alla Casa Bianca. esplosa un’epidemia di vaiolo nel Paese. Venti casi sono confermati in Oklahoma ma ci sono segnalazioni di possibili casi in Georgia e Pennsylvania. Un epidemiologo spiega al presidente che il vaiolo non produce sintomi al momento del contagio, bensì che malessere, febbre ed eruzioni cutanee emergono solo una decina di giorni dopo, quando la vaccinazione sarebbe vana e il malato è già, a sua volta, contagioso. In pratica, significa che emergeranno presto altri casi. La cosidetta seconda generazione. 22 dicembre 2002: nel corso di. un’altra riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale vengono annunciati dati raccapriccianti: 1.000 morti e 16.000 casi in 25 Stati diversi. Non solo: la malattia ha superato i confini terrestri con Canada e Messico e l’Atlantico, colpendo altri 10 Paesi. Secondo la previsione più pessimistica, nel mondo, i morti potrebbero raggiungere il milione, anche perché la lotta all’epidemia è ostacolata da impreparazione, disinformazione, incertezza e indecisione. Sono gli scenari di ”Dark Winter” (Inverno Scuro), un’esercitazione organizzata 10 mesi fa nella base aerea militare Andrew di Washington dal Center for Civilian Biodefense Strategies della Johns Hopkins University. Allora pochi nel governo e nell’intelligence consideravano la minaccia bioterrorismo una questione pressante. Ma dall’11 settembre lo è diventata. Alcune settimane fa il Pentagono ha rivelato di aver scoperto un laboratorio, vicino a Kandahar, in Afghanistan, dove Al Qaida progettava di produrre armi biologiche. Contemporaneamente lo stesso centro che ha coordinato l’esercitazione ”Dark Winter” ha presentato ai vertici di Cia e Fbi un memorandum in cui sostiene che una virulenta lesione cutanea che a giugno dell’anno scorso si è scoperto aveva spinto uno dei dirottatori dell’11 settembre a farsi visitare da un medico in Florida, era «con tutta probabilità» causata da antrace. Il che riporta alla ribalta l’ipotesi che la campagna di lettere contaminate con spore di antrace dell’autunno scorso sia stata concertata da Al Qaida e non da uno scienziato americano, come sospetta invece l’Fbi. Comunque sia, oltre a proporre la creazione della carica di sottosegretario alla Sanità per il bioterrorismo, l’ammininistrazione Bush ha dato massima priorità allo sviluppo di un programma di difesa civile inteso a evitare lo scenario di ”Dark Winter”. Senza badare alle spese: 3 miliardi sono stati stanziati per quest’anno, 4,3 per il prossimo. L’uomo a cui è affidato il programma è il dottor D. A. Henderson. stato uno dei principali artefici dello sforzo con cui, negli anni ’70, l’Organizzazione Mondiale per la Salute è riuscita a debellare il vaiolo, e dal primo novembre scorso è direttore dell’Office of Public Health Preparedness. «Rispetto a 9 mesi fa, e allo scenario di ”Dark Winter” abbiamo migliorato» - dice Henderson - «Anche perché adesso abbiamo un budget dieci volte superiore a quello di 9 mesi fa, quando era di 300 milioni di dollari all’anno. E molti fondi sono stati già stanziati». Il 31 gennaio scorso il governo ha annunciato di aver versato alle autorità statali il 20 per cento di 1,1 miliardi di dollari destinati a migliorare la capacità ricettive degli ospedali e potenziare le reti di servizi di emergenza e di laboratori di analisi. Sono state inoltre ordinate 155 milioni di dosi di vaccino per il vaiolo e un miliardo di dosi di antibiotici, è stata avviata la ricerca di un vaccino di seconda generazione contro l’antrace, lo studio delle sequenze genetiche di agenti patogeni, la costituzione di nuovi centri di ricerca, e sta per essere completato il potenziamento della rete di magazzini di stoccaggio d’emergenza di medicinali, il National Pharmaceutical Stockpile, che entro la fine del 2002 avrà abbastanza antibiotici per curare 20 milioni di persone colpite da antrace o altri agenti patogeni. «Entro due mesi, passeremo da 8 a 12 centri di smistamento del National Pharmaceutical Stockpile» spiega Henderson al Sole-24 Ore. «Saremo così in grado di distribuire le nostre scorte di medicinali d’emergenza ovunque nel Paese nel giro di 12 ore». L’iniziativa più creativa è senza dubbio partita dal Pentagono, che ha lanciato il Military Working Dog Biological Organism Search Study, uno studio inteso a valutare la possibilità di utilizzare speciali ”unità canine” per l’individuazione di agenti biologici, simili a quelle usate per droghe o esplosivi. La più ardua è, invece, probabilmente quella che il governo ha battezzato ”Bio-Terrorism Preparedness” diretta a potenziare le misure difensive delle 120 aree metropolitane maggiori del paese. Ci sono infatti città, come New York, decisamente meglio preparate di altre, come Boston che è più indietro. Secondo Peter S. Beering, esperto di terrorismo, coordinatore dell’Indianapolis Terrorism Preparedness e coautore di uno studio sul grado di preparazione delle maggiori città Usa, il Paese non è ancora preparato a fronteggiare un eventuale attacco bioterroristico. «Le lettere ”all’antrace” dell’anno scorso hanno evidenziato molti punti vulnerabili a cui non si è ancora posto rimedio» dice Beering. Il suo elenco di vulnerabilities è piuttosto lungo: dai laboratori che non bastano, ai sistemi di segnalazione e pronto intervento di fronte a epidemie di malattie infettive che sono ancora inadeguati. «Rimangono senza dubbio molte cose ancora da fare, e non c’è dubbio che alcune aree del paese sono più avanti di altre» - ammette Henderson. «Sul fronte della consapevolezza del rischio bioterrorismo, penso che la maggior parte dei nostri medici e infermieri siano ben preparati a distinguere infezioni di origine sospetta e dare l’allarme. Su quello dei piani di emergenza in caso di epidemia, il grado di preparazione varia non solo di città in città, ma di ospedale in ospedale. Nel mio, per esempio, abbiamo già definito un protocollo d’azione. Nel caso venisse dato l’allarme, annunciando l’applicazione del ”codice viola” verrebbero immediatamente evacuati quattro piani con un sistema di ventilazione ”chiuso”, da assegnare al ricovero di pazienti infetti. Ma non tutti gli ospedali sono altrettanto preparati». «Il rischio maggiore viene, a mio giudizio, dall’antrace. Perché è facile da ottenere e relativamente semplice da manipolare a fini terroristici» spiega Henderson, che non concorda con chi pensa che l’esperienza delle lettere contaminate dell’autunno scorso (che hanno infettato 11 persone uccidendone 5) abbia in una certa qual misura ridimensionato il rischio antrace. « vero proprio il contrario: se pochi grammi di antrace in una mezza dozzina di lettere sono riusciti a mettere in subbuglio l’intero Paese, si possono immaginare danni e caos che possono essere causati da un attacco su più larga scala». L’altro agente patogeno particolarmente temuto da Henderson è proprio quello in cui ha la maggiore esperienza: il vaiolo. «In teoria ci sono solo due laboratori al mondo che hanno ancora il virus, uno negli Usa e uno in Russia. Ma il sospetto è che anche altri Paesi lo abbiano. E nonostante le probabilità che il virus del vaiolo venga usato in un attacco bioterroristico siano decisamente inferiori a quelle di un attacco con antrace, i suoi effetti sarebbero molto più catastrofici» osserva il medico. Nell’eventualità che un tale attacco avvenga prima della fine dell’anno, quando le scorte di vaccino saranno sufficienti a co prire l’intera popolazione americana, l’Interim Smallpox Response Plan prevede una strategia di contenimento basata sulla quarantena e sulla vaccinazione ”per anelli” anziché la vaccinazione di massa. Oltre a isolare chi è già affetto dalla malattia, il piano prevede che si ricostruiscano, vaccinino e monitorino i vari circoli, o anelli, di persone che hanno ruotato attorno a ogni singolo caso. Ma a doversi preoccupare del rischio bioterrorismo non sono solo gli Stati Uniti. Come attestato dall’esercitazione ”Dark Winter”, un eventuale attacco, anche se diretto contro gli Usa, non impiegherebbe più di sei settimane a trasformarsi in una calamità di proporzioni globali. Questa consapevolezza ha spinto i ministeri della salute dei paesi del G-7 a costituire un osservatorio comune - la cui riunione più recente si è svolta il 14 marzo scorso a Londra. La sua prima iniziativa concreta è stata il lancio della Global Health Security Network, un sito web ad accesso riservato in cui scambiare idee, presentare misure adottate da ogni singolo paese e valutare possibili iniziative comuni. Claudio Gatti