Giovanni Cerruti La Stampa, 01/05/2002, 1 maggio 2002
Celoduristi senza donnine, La Stampa, mercoledì 1 maggio 2002 Nel suo genere è un piccolo capolavoro
Celoduristi senza donnine, La Stampa, mercoledì 1 maggio 2002 Nel suo genere è un piccolo capolavoro. Il celodurista, oplà, è diventato bacchettone (o quasi). Quello che aveva sempre pronto «il manico» per la «bonazza» Margherita Boniver, ora che è ministro, ora che veste in grigiofumo, ora che si avvicinano le elezioni amministrative, comincia la sua campagna contro la pornografia e chiunque sia catalogabile come «nemico della natalità». Come gli è capitato spesso, Umberto Bossi parte d’istinto e in modo piuttosto confuso. In questo caso lunedì sera, da Tele Lombardia, annunciando l’imminente «fine della pornografia libera» e la «creazione di ”Eros Center”». Che forse sono i vecchi casini, o forse i Quartieri a luci rosse alla Amsterdam. O forse niente. Com’era: la Lega ce l’ha duro? Ed era come Colleoni - si leggeva sul cartello nel pratone di Pontida - «ha sotto tre coglioni»? All’occorrenza lo è ancora, ci mancherebbe. Però è Lega di governo, Bossi è un signor ministro, e chi l’ha votata vuol vedere qualcosa che non sia una promessa di devolution o di scuola padana. Chi l’ha votata, come ricorda l’eurodeputato Mario Borghezio, «è stufo di veder arrivare camionate di puttane di colore o dell’Est». Chi l’ha votata, dice un sondaggio commissionato dalla Lega, non vuol vedere prostitute per strada. Solo il 25 per cento sarebbe favorevole ai Quartieri alla Amsterdam, quasi il 70 per cento potrebbe dire sì al ritorno dei casini: purché, s’intende, lontano da casina propria. Alla Lega bacchettona è difficile credere. [...] E qui arriva Bossi, che sulle famiglie non ha alcuna voglia di scherzare. Da anni comizia e ripete che la pornografia è un nemico, che «si parte dalla pornografia libera e si arriva alla denatalità, nessuno che fa più figli in Padania». Celoduristi sì, ma in casa e con la moglie: «Figli, bisogna fare figli», dice lui che ne ha quattro. «Senza figli la società è finita, senza figli tra un paio di generazioni non ci saranno né pensioni né sanità pubblica». Eppure Bossi sarebbe un laico tollerante. Uno che non può aver dimenticato le sue battute da osteria numero zero, il suo linguaggio dove le metafore su sesso e manico hanno eccitato le piazze [...] Le piaceva l’onorevole Pivetti? «No, mai piaciuta, ha il culo a triangolo». E le notti a parlar di donne, donnine e donnesche imprese. Un laico che diventa intollerante per seguire (o inseguire) un elettorato smagrito e deluso. «Nelle grandi città verranno creati gli ”Eros Center” - annuncia con un richiamo ad un Paese che forse non c’è più - in modo che la campagna possa fare quello che ha sempre fatto». Figli, figli e ancora figli. «Tra poco arriverà in Consiglio dei ministri la legge sulla fine della prostituzione nelle strade», è l’altro annuncio. Tra poco, non si sa quando. Si sa che da mesi Bossi pressa Roberto Maroni, ministro del Welfare: le ”donnine” dipendono da lui. Per sapere a che punto è la legge sveglia Maroni di notte, anche nelle notti che avevano seguito l’assassinio di Marco Biagi. Una legge che ancora non c’è. Togli le signore dalle strade e dai lampioni e poi dove le metti? «Avevamo proposto la via controllata, con tanto di registro pubblico e sanitario», ricorda il fustigatore Borghezio. Va benissimo, ma dove? La signora versa le sue marchette all’Inps dal Quartiere del peccato o dal Casino? Al ministero del Welfare stanno studiando la pratica. Mica facile. Ma da qui alle elezioni, sicuro, Bossi potrà comiziare nella sua Padania, da Busto Arsizio a Borgomanero, da Caselle a Conegliano, per dire che la Lega si sta battendo contro pornografia e peripatetiche «e tra poco arriverà la legge in Consiglio dei ministri». Ai suoi, ai segretari leghisti di Lombardia, Piemonte e Veneto, ha già detto che questa dovrà essere la carta pesante in campagna elettorale. Prostituzione, immigrazione, sicurezza, famiglia. «Sono le quattro richieste che ci arrivano dalle sezioni - spiega Matteo Salvini, segretario milanese della Lega e direttore di Radio Padania -. La campagna elettorale è partita». che per Bossi non è solo materia da campagna elettorale: è una questione d’onore. Visto che al ministero del Welfare stanno ancora studiando, la legge se l’è scritta da solo e la vuol vedere sul tavolo del Consiglio dei ministri entro l’estate. C’è sempre quel problema mai risolto in passato, e a Milano fin dai tempi di Paolo Pillitteri sindaco: via dal lampione dove le metti? «La soluzione la troveranno i nostri bravi sindaci», dice Giancarlo Giorgetti, segretario dei leghisti lombardi. O il Quartiere o il Casino o la via di mezzo: le Case Chiuse come in Svizzera. Bossi lo vorrebbe annunciare il 2 giugno, dal Pratone di Pontida. «Mai più una prostituta in strada!» Il giuramento del celodurista bacchettone. Giovanni Cerruti