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 2002  aprile 30 Martedì calendario

Sardi malati di peronite, il Giornale, martedì 30 aprile 2002 Juan Domingo Perón, il mitico El presidente, il padrone assoluto dell’Argentina dal ’46 al ’55, l’inventore del giustizialismo, il capo dei descamisados, e poi meglio conosciuto come marito di Evita (’la Santa”), è nato qui: a 650 metri sul livello del mare e a dodici chilometri da Nuoro, 2

Sardi malati di peronite, il Giornale, martedì 30 aprile 2002 Juan Domingo Perón, il mitico El presidente, il padrone assoluto dell’Argentina dal ’46 al ’55, l’inventore del giustizialismo, il capo dei descamisados, e poi meglio conosciuto come marito di Evita (’la Santa”), è nato qui: a 650 metri sul livello del mare e a dodici chilometri da Nuoro, 2.800 anime. O almeno di questo è assolutamente certa quella parte degli abitanti che si definiscono ”peronisti” e, con un filo d’ironia, malati di ”peronite”. Malattia che si manifesta con sintomi inequivocabili: non si parla d’altro, ci si improvvisa topi d’archivio, si va alla ricerca - possibilmente con telecamerina - delle testimonianze degli ultimi sopravvissuti. C’è anche un comitato, ”Promamoiada”, con tanto di sito Internet, (www.pirasperon.it), che sta spedendo e-mail in giro per il mondo: soprattutto in Argentina, per cercare e ottenere verifiche e riscontri ma con scarsissimo successo (5 euro e si hanno le ultime novità delle ricerche). El presidente, secondo i ”peronisti” di Mamoiada, si chiamava Giovanni Piras, giovane intelligentissimo e dotato di ingegno oltre che di una grande fantasia, emigrato nel 1909 insieme ad altri mamoiadiani per andare nella regione dello Chubut, prima a tagliar alberi e poi, al loro posto, a piantare la ferrovia La forestal. è realmente esistito un Juan Perón, nato in Argentina, ma Giovanni Piras (a proposito: ”piras” in sardo vuol dire anche ”pero”), stessa classe anagrafica, prese il suo posto. «Per amore prima», dicono a Mamoiada: «Per amore di una bella argentina, la sorella del capo della Forestal e per sfuggire alla chiamata alle armi in Italia nel 1915. E poi perché, se non fosse nato in Argentina, non sarebbe mai potuto diventarne il presidente». La cosa non è nuovissima. Nel marzo e nell’aprile del ’51 Nino Tola, giornalista e avvocato, scrisse sull’’Unione Sarda” due articoli in cui diceva papale papale che Juan Perón e Giovanni Piras erano la stessa persona. Scoppiò il putiferio, ovvio. Eppure si era limitato a riportare i racconti degli ex compagni di Giovanni Piras, tornati a Mamoiada negli anni Quaranta. Come il calzolaio Cosimo Meloni e Cosimo Crisponi, quest’ultimo benestante emigrato più per spirito d’avventura che per altro: «Giovanni ha fatto carriera» dicevano, «ha una carica più importante di un nostro prefetto». Finiva lì. Si limitavano a darsi di gomito, custodi del segreto di Juvanneddu, magari tra un bicchiere e l’altro del vino di Mamoiada che è uno dei migliori della Sardegna. Del resto erano stati più colpiti dal fatto che a illuminare le case, una volta tornati, avevano ritrovato le stesse candele a petrolio lasciate trent’anni prima. Raffaele Ballore è l’ultimo in ordine di tempo che ha risistemato dati e notizie, approfondito ricerche, corretto inesattezze nelle precedenti pubblicazioni di altri mamoiadini. Punto primo: lo stesso Juan Perón non ha mai nascosto di avere sangue sardo nelle vene, ma lo attribuiva al bisnonno. «Però, nelle biografie e autobiografie di Perón - dice Raffaele Ballore - questo bisnonno, Mario Tomas Perón, viene dapprima fatto partire dalla Sardegna per l’Argentina nel 1860: dato assolutamente incongruo. Poi, più coerentemente, lo si fa partire nel 1830, ma da Alghero, poi da Cagliari e poi da Genova». E dunque? «Negli archivi anagrafici di questo Mario Tomas Perón non c’è traccia». In Argentina sulle origini di Juan Perón, effettivamente, c’è una certa confusione. Basti pensare che è tuttora dibattuta la ”Controversia historica”: ovvero se El presidente sia nato a Lobos o a Roque Perez. Incerta anche la data di nascita: in alcuni atti è il 7/8 ottobre 1893, quella ufficiale è l’8 ottobre 1895; ma la prima registrazione all’anagrafe è sparita e nella seconda sulla data c’è una macchia d’inchiostro. Quello che invece è certo è che le tracce di Giovanni Piras svaniscono quando comincia la carriera di Juan Perón. Di Juvanneddu sono rimaste solo cinque lettere inviate a Mamoiada, l’ultima nel novembre 1912. «Del vero Juan Perón esistono due o tre foto di quand’era bambino e due di quando aveva 14-15 anni, ma - spiega Raffaele Bellore - sono assolutamente diverse dallo ”Juan Perón”, ventenne e cadetto all’Accademia militare, poi generale e presidente dell’Argentina». Il confronto con Giovanni Piras non è più possibile. «Un giorno, negli anni 40, qualcuno entrò a casa nostra, a Mamoiada, e portò via la sua grande foto-ritratto che mia madre, Caterina, una delle sorelle, aveva fatto appendere in camera. Dall’armadio sparirono anche le altre lettere di zio Giovanni», ha raccontato la nipote Marianna. Una volta - primi anni 50 - Caterina scrisse alla presidenza della Repubblica, in Argentina, per chiedere notizie del congiunto Giovanni Piras. A strettissimo giro di posta - pochi giorni - dalla presidenza arrivò la risposta, con una cartolina. C’era scritto solo: ”Piras”. Poi più nulla. Pierangelo Maurizio