Renzo Cianfanelli Sette, 09/05/2002, 9 maggio 2002
Virgin, il villaggio dei pistoleri astemi, Sette, 9 maggio 2002 Un’arma in ogni casa: il Far West esiste
Virgin, il villaggio dei pistoleri astemi, Sette, 9 maggio 2002 Un’arma in ogni casa: il Far West esiste. Non in Italia: il ministro della Difesa Martino, che ha appena invocato qui da noi il porto d’armi più facile come negli Stati Uniti, dovrà aspettare. Ma negli Stati Uniti, dove il 42% dei cittadini è armato, dove circolano 200 milioni di pistole e fucili, c’è un paese in cui Colt e Winchester sono diventati «obbligatori». Per disposizione del sindaco tutte le famiglie devono essere pronte a far fuoco. Come nei film, come una volta. Il Secondo Emendamento della Costituzione rende tutto legale. Ma vi piacerebbe se il primo cittadino o il questore «suggerisse» a tutti: preparatevi a difendervi da soli? Indian Country, Terra Indiana dicono le mappe. Nel bel mezzo dello Utah: vi risiedono 210.000 superstiti delle tribù dei Navajos, degli Ute e dei Paiute. Gente fiera, che per quanto decimata dalle malattie e dalla superiore potenza di fuoco del conquistatore bianco non si è mai arresa. Ma che di certo non ha più l’ascia di guerra dissotterrata. Al centro, ecco Virgin, un villaggio di 317 abitanti appartenenti alla setta religiosa dei Mormoni, che hanno abbandonato dal 1870 la poligamia e praticano un cristianesimo rigoroso. Più che un villaggio, in realtà, Virgin è rimasto un accampamento di famiglie patriarcali, che a volte vivevano in carovane disposte a semicerchio, come al tempo dei pionieri. Lungo la strada principale - che è poi la sola o quasi - c’è un General Store, uno di quei vecchi magazzini del vecchio West dove si vende un po’ di tutto. Casalinghi, carne secca, sigarette, magliette e cappelli da cowboy. Niente alcolici. In compenso un’ampia scorta di cartucce da fucile e anche di inattesi souvenir turistici, come le contromarche in ottone delle vecchie case di piacere. Oggi, spariti i cercatori d’oro, Virgin è un piccolo borgo sperduto, fra un parco nazionale e un villaggio-fantasma di casupole deserte nei dintorni di una miniera abbandonata. Di Virgin nessuno si sarebbe ricordato se non fosse per una legge draconiana che l’ha fatta diventare all’improvviso un ”caso” non solo americano ma mondiale. Il consiglio comunale del villaggio, interpretando in senso letterale il Secondo Emendamento della Costituzione americana, ha approvato un’ordinanza che «raccomanda» di tenere custodita in casa una carabina funzionante. Come mai? I rapporti dei mormoni con gli indiani oggi sono ottimi, anche perché la presenza degli abitatori originari alimenta un intenso movimento di turisti. Forse la reazione estrema di una comunità che si sente minacciata? Forse l’aumento della criminalità negli Usa fa sentire qui qualche contraccolpo? Niente del genere. L’unica presenza che si nota arrivando al villaggio è anzi quella di un branco di cavalli intenti a pascolare. Ai bordi della strada l’unica emozione è offerta da un piccolo torrente attraversato da una vacillante passerella sostenuta da due funi, che si percorre avventurosamente dondolandosi nel vuoto. Nel Tempio di Gesù Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno, dove le famiglie, la domenica, si recano a pregare vestite dei loro abiti migliori, si può entrare e girare indisturbati. Più avanti c’è l’emporio a conduzione familiare. Nessuna sensazione di minaccia incombente. «C’è un bar da queste parti?», chiediamo. L’espressione della proprietaria è sorpresa e divertita. «No, sono anni ormai che è chiuso. Il saloon c’era quando vennero a girare un western con John Wayne. Qui siamo tutti astemi». Astemi. Ma armati fino ai denti. Il sindaco Jay Lee, età sui cinquant’anni, viene da una famiglia che è emigrata dal Nord dell’Inghilterra e ha otto figli, sei ragazze, la più grande delle quali ha 29 anni e due ragazzi. «Sanno sparare tutti, anche mia moglie [...]». Come mai quest’ordinanza, come dire, combattiva? «L’idea», spiega Lee mentre apre il municipio per mostrare delle foto ingiallite di pionieri, «ci è venuta perché qui la maggioranza delle case ha già il fucile. solo un deterrente, come avere in casa l’estintore. E comunque non si tratta di una norma obbligatoria. Diamo un ”consiglio”». Delinquenti, malintenzionati: girate alla larga. Un po’ come avveniva in passato con i pistoleri: la comunità è armata, scegliete un’altra strada, Virgin non fa per voi. Nell’ufficio del sindaco, oltre alle foto dei primi coloni di origine europea, c’è una scheda elettorale del 1934 con 4 partiti e altrettanti candidati. Sono in lizza il partito democratico, che ha come emblema un gallo nero e che alla fine ha vinto, il repubblicano con un’aquila, il partito socialista con il mappamondo e quello comunista con falce e martello. «Allora Virgin non è una comunità conservatrice?». «Non direi», risponde il sindaco. «Siamo gente senza grilli per la testa. Si vede dalla maniera responsabile con cui maneggiamo le armi». Ma in concreto a che servono le armi in un posto isolato come questo? Non è che magari nascondete il fatto che ci sono segnali di crimine in aumento? «Al contrario», continua tranquillizzante il sindaco, «a Virgin non si commettono reati da anni. Vede quella piccola costruzione in pietra, un tempo era la prigione ma ora è chiusa per mancanza di ”clienti”. La usiamo come magazzino. A Hurricane, la microscopica frazione del comune, Eddy Anderson, proprietario di un emporio di souvenir invaso ogni anno dai turisti italiani entusiasti del Far West, assicura che quello che dice il sindaco è pura verità. «Se uno vuole comprarsi un’arma più moderna la procedura è semplice. Basta far vedere la patente, registrarsi e dimostrare di non avere precedenti criminali». E il porto d’armi? «Non è previsto. La disciplina è più severa per le armi che possono essere nascoste, come le pistole». I fucili per legittima difesa, invece, sono autorizzati senza formalità perché, essendo ben visibili, sono considerati un deterrente. «C’è qualcosa di sbagliato», insiste Eddy, che non sa di offrire nuovi possibili argomenti al dibattito avviato dal ministro Martino (il quale ha detto che in Italia «la legge ha disarmato quanti obbediscono alle leggi ma non i delinquenti»), «se un criminale è libero di possedere armi pesanti e poi la legge impedisce di possedere un’arma più maneggevole a una persona per bene, che se ne servirebbe solo per difendere i suoi cari». Tutto teorico comunque: di delinquenti nemmeno l’ombra. Cambierebbe qualcosa se ci fossero? [...] Lo sguardo battagliero dei cittadini di Virgin dice tutto. A ogni modo: e gli incidenti? «L’ultimo che ricordo risale al tempo di Elvis Presley», spiega ancora Eddy. «Non nego però che questo dipende dal fatto che noi siamo diversi dalla gente di città. Qui tutti crescono con la tradizione del fucile. Io ho ucciso il primo cervo a 10 anni. Ma quando ho sparato l’ho fatto sotto la supervisione severa di mio padre. Quanto alla pericolosità, se vogliamo dire le cose come sono, l’arma di sterminio più pericolosa che esiste in tempo di pace è l’auto, che ogni anno fa morire migliaia di persone». Dato non vero, almeno per i bambini, per i quali, negli Usa, sono diventate le armi la prima causa di morte, superando proprio gli incidenti di macchina. Ma tant’è: qui, dove tutti hanno il fucile ma non lo usano per difendersi, non serve tirare fuori le statistiche. In un campo, davanti alla loro casa-carovana, Matt e Darcey Spendlove, 27 e 26 anni, lei con in braccio il bambino nato l’anno scorso, lui col fucile sulla spalla e con in testa un cappellone bianco da cowboy, guardano sereni la luce del tramonto. « vero», ammette lei, «qui di pericoloso non succede nulla. Ma io, con mio marito al fianco che ha il fucile mi sento più sicura». Renzo Cianfanelli