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 2002  maggio 08 Mercoledì calendario

Cossiga vuole la nazione Sardegna, Corriere della Sera, mercoledì 8 maggio 2002 Cagliari. «La Sardegna come nazione individuale e distinta nell’ambito della nazione italiana e per realizzare il proprio autogoverno, si costituisce in Comunità Autonoma di Sardegna»

Cossiga vuole la nazione Sardegna, Corriere della Sera, mercoledì 8 maggio 2002 Cagliari. «La Sardegna come nazione individuale e distinta nell’ambito della nazione italiana e per realizzare il proprio autogoverno, si costituisce in Comunità Autonoma di Sardegna». Non è l’ultimo proclama di ”Sardinia Natzione”, storico movimento indipendentista, ma il primo di 112 articoli di un disegno di legge del senatore a vita Francesco Cossiga, destinato a riaprire il fronte delle riforme federaliste. Se e quando l’iniziativa del presidente emerito della Repubblica dovesse avere l’approvazione parlamentare, la Sardegna passerebbe dall’attuale status di regione a statuto speciale a una effettiva autonomia statuale, con parlamento, consiglio esecutivo, polizia, ordinamento militare, funzioni amministrative, di sicurezza e di polizia giudiziaria. Una proposta di notevole portata, ben oltre la devolution della Lega, che non a caso Cossiga cerca di coinvolgere sollecitando il ministro delle Riforme Umberto Bossi a sostenere il disegno di legge. «Un contributo, un esempio, una provocazione per una riforma in senso federalista e asimmetrico dello Stato»: nella relazione, il senatore a vita sembra voler ridimensionare l’obiettivo, che non è una separazione netta dall’Italia, tant’è che, sempre nell’articolo 1, si chiarisce che l’isola si costituisce in «Comunità Autonoma di Sardegna in conformità con i princìpi della Costituzione della Repubblica e delle altre leggi costituzionali». Le simpatie di Cossiga per le «piccole patrie» d’Europa erano note da tempo, come i suoi legami in Irlanda, nel Paese Basco, in Catalogna; e così pure le «picconate» contro Aznar e il governo francese, che anche di recente hanno dimostrato di non gradire il sostegno aperto e convinto ai movimenti autonomisti di quelle regioni. « un puro e semplice adattamento dello Statuto della Catalogna», spiega Cossiga: la Sardegna «nazione individuale» avrà due lingue ufficiali, l’italiano e il sardo. Ma saranno rispettate anche due «enclave»: ad Alghero si potrà continuare a parlare il catalano e nell’isola di Carloforte il ligure. La bandiera sarà quella tradizionale con i «quattro mori», il motto ”Forza Paris” che fu il grido di guerra dei fanti della Brigata Sassari sul fronte del Carso nella Prima guerra mondiale. Noa (nuova) «Carta de logu», così si chiama il testo proposto da Cossiga in omaggio alla Carta de logu, il codice di leggi voluto nel Medioevo da Eleonora d’Arborea, illuminata governante di uno dei quattro «giudicati» dell’isola. Padre sardista, radici orgogliosamente rivendicate nel mondo agropastorale, il senatore lavorava da tempo al disegno di legge, scritto in italiano e in sardo, e ne aveva fatto un cenno lo scorso dicembre in un commosso discorso ufficiale a Chiaramonti, paese dei suoi avi. In Sardegna reazioni contrastanti: freddezza di Forza Italia e An. Il centrosinistra ricorda che il consiglio regionale ha chiesto l’Assemblea Costituente (e l’iniziativa è ora all’esame del parlamento) per un nuovo statuto che accentui l’autonomia dell’isola; naturalmente favorevole i cossighiani dell’ex presidente della Regione Mario Floris che ha fatto aggiungere alla sigla dell’Udr le parole «gruppo nazionalitario». Tiepidi i sardisti: «Il disegno di legge è come gli effetti speciali di certi film. Bello, ma poi - dice il segretario Giacomo Sanna - finito il film, che cosa rimane?». Alberto Pinna