Armando Torno Corriere della Sera, 08/05/2002, 8 maggio 2002
Teoremi occulti, Corriere della Sera, mercoledì 8 maggio 2002 Dobbiamo prenderne atto: ormai c’è il cruccio matematico stagionale
Teoremi occulti, Corriere della Sera, mercoledì 8 maggio 2002 Dobbiamo prenderne atto: ormai c’è il cruccio matematico stagionale. più difficile da capire della canzone dell’estate ma è meno fastidioso dei capricci degli stilisti. Insomma, questo cruccio ci appassiona, fa comperare libri (rende come un giallo), è difficile e serio, diventa perfetto nelle conversazioni. Tocca ora a Martin J. Dunwoody dell’Università di Southampton diffondere nuovi entusiasmi per la congettura di Poincaré, problema che sino ad oggi ha avuto soluzioni di livello inferiore. Ma è certo che il premio da un milione di dollari, messo a disposizione dal solito miliardario americano, ha aiutato, come nessun ricostituente sa fare, le capacità deduttive del professore. [...] Non occorre capirla o studiarla, la matematica attrae con la medesima forza esercitata dall’occulto. Facciamo qualche esempio. Il teorema di Fermat, la cui spiegazione è comprensibile soltanto a qualche decina di persone, ha fatto scrivere centinaia di volumi. La teoria delle catastrofi, nata dalla fascinosa mente di René Thom, è stata applicata da svelti divulgatori anche alle natiche delle modelle. E, per stare in argomento, sarà bene ricordare che non c’è il Nobel di questa categoria perché il celebre fondatore del premio, inventore tra l’altro della dinamite, fu cornificato da un matematico. Inoltre, una serie di luoghi comuni descrive quasi sempre l’’uomo dei numeri” come un essere distratto, buffo, scapigliato, imprevedibile. Si cita Gödel, il più grande logico del ’900, per la sua stravaganza di nascondersi quando riceveva visite; si ricorda Weierstrass perché nel furore dei calcoli, giungeva a scrivere anche sui polsini (che poi venivano conservati dai familiari e infine utilizzati per la pubblicazione delle opere). Possiamo consolarci di questa nostra passione ricordando che i matematici sono sempre stati coccolati dalla storia. Anche se il povero Archimede fu ucciso per sbaglio da un legionario romano del console Marcello durante l’assedio di Siracusa, restano tutti gli altri che ebbero quasi sempre vie preferenziali con papi e re. Così l’oscuro Luigi Lilio ispirò la riforma del calendario a Gregorio XIII; Gauss stava convincendo lo zar di Russia a tagliare le foreste siberiane in forme geometriche per comunicare con altri mondi; dittature e democrazie del ’900 si contesero i grandi esperti di calcoli e su nessuno di essi caddero le responsabilità di guerra. L’ultima osservazione la lasciamo al fatto che la matematica ha una storia diversa da quella che appare. La soluzione di certi celebri problemi conta poco o nulla per gli addetti, tuttavia scatena una serie di ricerche utilissime. Le quali, è doveroso ricordarlo, sono il vero patrimonio di questa scienza. Perché servono più delle soluzioni trovate. Armando Torno