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 2002  maggio 27 Lunedì calendario

Il golf è in declino e non basta un massaggio per risollevarlo, Corriere della Sera, 27 maggio 2002 Dopo gli sboom della new economy e della finanza, è la volta del golf, lo sport di Tiger Woods, ma anche dei leader massimi del management Usa, come Jack Welch, l’ex boss di General Electric, e Scott McNealy, il timoniere di Sun Microsystems, nonché di folte schiere di appassionati in tutto l’universo globalizzato

Il golf è in declino e non basta un massaggio per risollevarlo, Corriere della Sera, 27 maggio 2002 Dopo gli sboom della new economy e della finanza, è la volta del golf, lo sport di Tiger Woods, ma anche dei leader massimi del management Usa, come Jack Welch, l’ex boss di General Electric, e Scott McNealy, il timoniere di Sun Microsystems, nonché di folte schiere di appassionati in tutto l’universo globalizzato. Dopo un decennio di rapida e costante crescita, infatti, il business del golf negli Stati Uniti - sponsorizzazione dei campionati, vendite di mazze e palle, incassi dei campi pubblici e dei country club - ristagna. Lo ammette anche Judy Thompson, portavoce della National Golf Federation Usa, osservando che, mentre il culto golfista aveva guadagnato circa tre milioni di nuovi adepti l’anno nella fase di maggiore espansione, un uguale numero di giocatori ha abbandonato i green nordamericani in ciascuno degli ultimi tre anni. Un esodo, spiega la Thompson, motivato dai molteplici fattori, come «la mancanza di tempo, il peggioramento dell’economia, il fatto che molti trovino il golf troppo difficile e frustrante». Quest’anno, per la prima volta da un decennio, il numero dei giocatori di golf negli Usa e in Canada subirà quindi una flessione. Ecco perché le società che sponsorizzavano i tornei più prestigiosi si stanno tirando indietro. Colpa del clima economico pesante, ma soprattutto, dice Rick Burton, che insegna marketing degli sport all’Università dell’Oregon, dei costi eccessivi che la Pga, la federazione americana del golf, impone agli sponsor e che, dato il calo di interesse del pubblico, «non sono più giustificati». Così, mentre le liste dello sponsor per gli eventi del corrente anno, finalizzate nel 2001, sono complete, quelle dei tornei in programma per l’anno prossimo presentano grossi buchi: 12 dei 42 tornei del 2003, infatti, sono ancora senza sponsor. Il Senior Tour, riservato ai golfisti professionisti anziani, è stato costretto dalla carenza di sponsor a ridurre il numero dei tornei di quest’anno da 38 a 35. Fra le società che hanno ridotto i loro investimenti pubblicitari sul golf figurano General Motors e Anhauser-Busch, il gigante della birra Usa, che ha dirottato il suo budget suoi tornei femminili realizzando notevoli risparmi. Altre aziende che hanno rinunciato a sponsorizzare tornei di professionisti del golf sono Canon Usa e Genuity, una telecom che sta attraversando un momento difficile, Federal Express, il gigante globale delle messaggerie, ha sospeso tutte le sponsorizzazioni di eventi golfistici, ma potrebbero riprenderle dopo un riesame della situazione. Le difficoltà del golf professionistico sono un riflesso del decrescente interesse del pubblico dei dilettanti nei confronti di uno sport che sta diventando sempre più costoso. Nell’ultimo triennio, infatti il prezzo di una partita in un campo pubblico di recente creazione sono aumentati del 26 per cento e un country club su 4 fa pagare da 75 dollari in su per partita. Per evitare che il ristagno degeneri in una crisi vera e propria, gli imprenditori americani del golf cercano di attrarre clienti offrendo servizi nuovi e insoliti. In un country club del Colorado, ad esempio, si può avere un massaggio (25 dollari) dopo la partita. Ma il campione degli ”extra” è il ChampionsGate GolfClub di Orlando, in Florida, dove un esercito di assistenti parcheggia le auto dei giocatori, pulisce le mazze dopo ogni buca ed è pronto ad esaudire qualsiasi desiderio dei golfisti che, a bordo dei cart, hanno a disposizione un computer (dotato di localizzatore satellitare) grazie al quale possono ordinare rinfreschi, chiedere consigli su come affrontare la prossima buca, e tenere la classifica della partita. Il tutto per soli 80 dollari. Umberto Venturini