Varie, 10 marzo 2006
VALLINO
VALLINO Fiorenza Cagliari 7 aprile 1948. Giornalista. Direttore di ”Io donna” • «[...] aria da ispettrice [...] ”Ogni tanto mi scazzo coi miei. Se mi fanno obiezioni stupide mi inviperisco. Coi furbi mi infurio. A tutti ho fatto interiorizzare che non si possono fare errori. Se succede, divento una iena”. Sarda e metà piemontese, ossia implacabile e tenace. [...] cresce a Cagliari. Pianta Lettere e raggiunge il papà separato a Milano, dando un dispiacere alla mamma che, per il suo bene, abbozza, ”Le prospettive in Sardegna erano insegnamento e matrimonio. Volevo altro”. Il babbo amministra una rivista d’arte e Fiorenza ci si fionda. Milita nel Movimento studentesco, prima tappa di una vita tutta Pci-Pds-ds. Il papà muore, la rivista salta e comincia un’altra fase della sua vita. Incontra Francesco M. Macciò che l’assume a ”Grand Hotel” di cui è il fondatore. Si ricicla come sceneggiatrice di fotoromanzi amorosi. Sulle prime è perplessa, ma stringe i denti. ”Per dimostrare a mia madre a Cagliari che il sacrificio che faceva rinunciando a me, aveva un ssenso”. Negli sceneggiati d’amore, il problema è variare di fronte a situazioni sempre eguali: conflitti, separazioni, triangoli, quadrilateri. ”Ero alla continua ricerca di colpi di scena, Facevo il terzo grado agli amici, per sapere come ci si incontra, ci si lascia, ci si riappacifica” [...] La Mondadori le mette gli occhi addosso e la assume. In breve diventa direttrice di ”Confidenze” e entra nell’orbita di Edvige Bernasconi, capoclan del giornalismo femminile. Seguendo lei, trasloca da Rizzoli. D’Angelo, il capo dei settimanali, la ”rivolta come una cotoletta” prima di affidarle ”Donna oggi” che poi, per volontà di Paolo Mieli, diventa ”Io donna”, allegato del ”Corsera” e primo femminile abbinato a un quotidiano. Da principio Mieli si impiccia molto. un tipo tosto. ”Mi ha dato tanto, ma ho dovuto combattere per non farmi schiacciare” [...]» (Giancarlo Perna, ”Capital” settembre 2001).