Varie, 10 marzo 2006
VENTURI Maria
VENTURI Maria Firenze 1 agosto 1933. Scrittrice • «La signora degli incantesimi [...] Vive a Brescia, la sua finestra dà su piazza della Loggia, si alza la mattina elle 5.45, entra in cucina, si mette davanti alla macchina per scrivere (Olivetti Studio 46) e comincia a infilzare un sentimento dietro l’altro: il suo più grande successo è la passione tra un chirurgo e un’infermiera. Il titolo è di quelli che tutti conoscono: Incantesimo e va in onda su Raiuno [...] Alberto Bevilacqua l’ha definita la Sandokan dei sentimenti: nella Donna per legare il sole racconta di Viola e Michele, divorziati che poi saliranno insieme all’altare. Nell’Amore stretto parla spudoratamente di passione: Laura si dedica a uomini che non le regalano nulla. Nella Moglie addosso, Marianna e Stefano naufragano nel matrimonio, la donna si perde in un affascinante bandito, tenta il suicidio in carcere, il padre naturale esce allo scoperto... Tutti gli stereotipi del feuilletton, genere nobile non spazzatura. “Che cos’erano i Miserabili, se non un feuilleton?”, dice [...] non è una Liala rinchiusa in una prigione dorata. È una donna di polso, quasi un maschiaccio (“Amo raccontare balle”). Ride quando la descrivono come una signora sdolcinata che vive in una casa con le tendine di pizzo (“Ma quali tendine... le mie costano come un monolocale”). È stata direttore di “Anna”, “Novella 2000” [...] editorialista del “Messaggero”. [...] Dalla corrispondenza con i lettori Venturi ha imparato la geografia del cuore, dalle leggi del marketing editoriale e televisivo americano ha capito come catturare il pubblico. “Beautiful è il modello assoluto per le fiction, la madre di tutte le soap; ma io me ne discosto. Gli americani se ne fregano dell’aderenza alla realtà, io preferisco scrivere di cose quotidiane, che possono accadere davvero...”. Il suo genere? Lo definisce “western dei sentimenti”. La formula del suo Incantesimo sta nel segreto dell’happy end: “Per chi fa letteratura popolare il lieto fine è un dovere, un istinto di natura. Non usciresti di casa, non ti sposeresti, non faresti figli, non avvieresti alcun progetto se non avessi l’istinto del lieto fine che muove il mondo. Trasmettere questa fiducia è il dovere dello scrittore popolare”. Non le dispiace che qualcuno snobbi la sua produzione, come “letteratura di consumo”. Intanto perché i lettori la consumano tantissimo [...] “Sì. guadagno tanto”, ammette con soddisfazione. I suoi libri sono longseller, vendono continuamente [...] Poi ci sono i diritti televisivi [...] “Io non ho complessi di inferiorità culturale: anche perché scrivo saggi di psicologia con uno pseudonimo straniero, che non le svelerò”. [...] Italo Calvino l’aveva incoraggiata. Lo scrittore giornalista Oreste Del Buono l’ha metaforicamente adottata. Per scrivere fiction si è abbeverata alla scuola dell’attualità. A forza di scoop nati per caso. Venturi voleva seguire l’uomo che amava. Così convinceva i suoi direttori a inviarla in questo o in quel posto promettendo scoop fantasmagorici. Un po’se l’inventava, molti sono veri: in Algeria ha incontrato Ben Bella, dopo aver fatto amicizia con la sua amante, a Orgosolo ha parlato con il bandito Graziano Mesina; ha nascosto in casa la figlia di Sandra Milo, contesa dal marito dell’attrice; ha scoperto che il ragazzo da tutti ritenuto il fratello di Claudia Cardinale era in realtà suo figlio Patrick: si è beccata una querela da Rossano Brazzi per avere insinuato che l’attore fosse gay. Una volta l’ha fatta grossissima: lesse su un ritaglio che Marilyn Monroe aveva lasciato alcune poesie rimaste inedite. Allora Maria prese le sue poesie giovanili (“Con le quali vinsi un premio”, ricorda) e quelle di una sua amica e le pubblicò come se le avesse scritte Marilyn. Un successone. A distanza di anni c’è ancora chi parla di quei versi» (Christian Rocca, “Capital” settembre 2001).