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 2006  marzo 10 Venerdì calendario

"Maxwell, un criminale di guerra" il magnate dei media forse suicida. La Repubblica 10 marzo 2006. Il miliardario che fu accusato di tutto non avrebbe sopportato di passare alla storia come il primo inglese condannato per crimini di guerra

"Maxwell, un criminale di guerra" il magnate dei media forse suicida. La Repubblica 10 marzo 2006. Il miliardario che fu accusato di tutto non avrebbe sopportato di passare alla storia come il primo inglese condannato per crimini di guerra. E forse proprio per sfuggire a questa sorte Robert Maxwell, il padrone del Mirror, di un pezzo di Mtv e di vari altri giornali e tv, si sarebbe gettato nel mare delle Isole Canarie dalla tolda della sua Lady Ghislane nel novembre di 15 anni fa. Non morte accidentale, dunque, ma suicidio. Perché l´accusa su cui gli investigatori stavano lavorando era che l´allora valoroso capitano del British Army avesse ucciso a sangue freddo, il 3 aprile 1945, un tedesco disarmato. A riaprire il caso sono documenti desecretati di cui l´Independent è entrato in possesso e che raccontano di come agli agenti speciali della Metropolitan Police mancasse solo un testimone per incastrare il ricchissimo editore. Era stato lui stesso, in una biografia autorizzata dell´88, a raccontare per primo la vicenda. Di come, nel tentativo di espugnare un villaggio tedesco, mandò a prendere il sindaco e gli disse che se non avesse convinto la cittadinanza ad arrendersi l´avrebbe bombardata. L´uomo dette assicurazioni ma, quando i soldati di sua maestà avanzarono, furono presi di mira. «Fortunatamente ci mancarono, e io uccisi il sindaco e ci ritirammo», scrisse Maxwell in una lettera alla moglie. Nel ´91 il parlamento britannico passò il War Crimes Act e quella dichiarazione fu ritirata fuori da qualcuno dei suoi molti nemici. Se c´era una cosa di cui il magnate andava fiero era il suo passato militare. Se c´erano due cose che odiava con tutte le forze, come gli piaceva ripetere, erano «i tedeschi e le tasse». Uno dei pochi sopravvissuti di una famiglia di ebrei cecoslovacchi sterminati dai nazisti, appena arrivato a Londra si arruolò nell´esercito. Autodidatta (nato poverissimo si vantava di aver indossato il primo paio di scarpe all´età di 7 anni), ma intelligente e con un talento per le lingue, fece una rapida carriera. Combatté sulle spiagge della Normandia e partecipò alla presa di Berlino. Nel ’45 il generale Montgomery gli appuntò sul petto la Military Cross. Lo stesso ardimento lo applicò agli affari e alla politica. Partendo nel ´49 da una piccola casa editrice di riviste scientifiche, la Pergamon Press, arrivò negli anni ´80 a gareggiare con Murdoch per la conquista dei tabloid britannici. Si scoprì poi che l´impero si reggeva sui debiti e su appropriazioni indebite dai fondi pensione dei dipendenti. Maxwell fu parlamentare laburista. Nel ´91 un sedicente agente segreto israeliano lo denunciò come membro del Mossad. E si disse che avesse tentato di ricattare la Cia in quello che poi divenne lo scandalo Iran-Contra. Quando morì aveva 68 anni, solo un polmone funzionante e un cuore malmesso. Non avrebbe retto all´idea del carcere e di avere infangata l´ultima parte specchiata del suo curriculum. «Annegamento accidentale», sentenziò il coroner. Ma alcuni medici legali giudicarono le ferite incompatibili con una caduta involontaria. Un´incongruenza che neppure quest´ultima rivelazione riesce a sciogliere. Riccardo Staglianò