Lello Naso Il Sole-24 Ore, 19/06/2002, 19 giugno 2002
Un gol da 40 milioni di euro, Il Sole-24 Ore, mercoledì 19 giugno 2002 Tutti a leccarsi le ferite. E a fare conti
Un gol da 40 milioni di euro, Il Sole-24 Ore, mercoledì 19 giugno 2002 Tutti a leccarsi le ferite. E a fare conti. Il golden gol del coreano Ahn non si è limitato ad affondare le speranze mondiali del calcio italiano, ma ha messo una seria ipoteca sugli introiti futuri della Federazione, sui conti delle imprese che hanno investito negli spot all’interno delle partite della Nazionale, sull’immagine degli sponsor degli azzurri, sulla Rai che detiene i diritti della squadra di Trapattoni e che trasmette i Mondiali. Un danno economico che gli esperti quantificano in 40 milioni di euro, il 30 per cento degli investimenti complessivi sulla Nazionale nei prossimi quattro anni e sui Mondiali. E anche un danno d’immagine che nessuno è in grado di quantificare ma che nessuno mette in dubbio (la Panini, per protesta contro l’arbitraggio, ha ritirato le figurine dal commercio). Catalano, il filosofo dell’ovvio, avrebbe detto: meglio sponsorizzare una Nazionale bella e campione del mondo che una bruttina ed eliminata agli ottavi di finale dalla modesta Corea del Sud. La Federazione gestisce la partita sponsor attraverso Media Partners, la società italiana leader del marketing sportivo. Il contratto quadriennale, in scadenza nel dicembre 2002, ha garantito (attraverso sei sponsor, sette licenziatari e 14 fornitori) introiti per 75 milioni di euro a cui si aggiungono i 29 milioni di euro versati dallo sponsor tecnico Kappa (gruppo Basicnet). «L’eliminazione della Nazionale - dice il vicepresidente di Media Partners, Andrea Abodi - non avrà nessun effetto sul pregresso, ma inciderà sui contratti futuri. Una Nazionale vincente o finalista avrebbe reso almeno il 20-30 per cento in più dei valori attuali, sfruttando al massimo il buon lavoro di valorizzazione fatto negli ultimi anni». Nel contratto, in scadenza anch’esso a dicembre 2002 (vale la regola del quadriennio Mondiale), la Rai ha garantito alla Federazione 118,5 milioni di euro, circa 4,4 milioni a partita. Una somma molto più alta dei valori di mercato, anche perché non comprende le grandi manifestazioni come Mondiali ed Europei. L’esborso della Rai è però in parte giustificato dagli ascolti eccezionali della Nazionale. Nel 2001, per esempio, la modesta Italia-Lituania di qualificazione ai Mondiali ha fatto registrare oltre 11 milioni di ascoltatori. Tutt’altro discorso quello dei diritti dei Mondiali. La Rai ha versato al gruppo Kirch (che aveva acquistato i diritti dalla Fifa) 80 milioni di euro per tutte le partite di Corea-Giappone e per le principali gare di Germania 2006. I vertici Rai ora sono sul piede di guerra: «Non finanzieremo più i nostri carnefici. Non è pensabile - dice il direttore di Rai Sport, Paolo Francia - che la Rai paghi la Fifa consentendole di fare le sue clientele per portare ai Mondiali arbitri e guardalinee dilettanti. Solo per favorire nazioni calcisticamente meno qualificate dei Paesi europei, che versano la metà dei diritti tv complessivi, 500 milioni di euro». Francia, oltre alla beffa dell’eliminazione, teme il danno del calo degli ascolti. «L’eliminazione dell’Italia dal torneo - dice il sociologo Francesco Siliato - per gli ascolti Rai è un danno tutto da valutare. C’è da prevedere una riduzione della audience complessiva, anche perché alla tv di Stato mancheranno i picchi delle partite della Nazionale. Non è da escludere una caduta di tutte le rubriche legate alle partite (Novantesimo minuto, Mondiale sera, Notti Mondiali), che senza l’Italia in corsa perdono di appeal». Fino ad oggi l’andamento del Mondiale è stato eccezionale: l’ascolto medio è stato di 5,5 milioni di spettatori a partita; gli azzurri hanno registrato picchi da record assoluto nella programmazione del mattino: 19,8 milioni di spettatori per l’Ecuador, 20,4 per la Croazia, 22,6 per il Messico. Sipra, la concessionaria Rai, seppur a fatica (il tutto esaurito è arrivato solo a fine maggio), ha venduto tutti i moduli pubblicitari messi a listino, compresi quelli delle finali. Non erano previste clausole di rimborso per l’eliminazione dell’Italia. Nonostante un listino che si è rivelato scontato del 30 per cento rispetto agli ascolti effettivi e ai valori di mercato, Sipra ha incassato 46 milioni di euro. Imprese, centri media e buyer non credevano a un evento trasmesso in orari anomali e hanno perso l’occasione di fare un affare pubblicitario unico. In questo caso l’eliminazione dell’Italia incide per il mancato arrivo degli incassi straordinari di trasmissioni e rubriche speciali che la Rai avrebbe approntato in caso di Italia in semifinale e finale e che, invece, svaniscono. Un danno quantificabile in qualche milione di euro. Lello Naso