La Repubblica 10/03/2006, pag.21 Roberto Bianchin, 10 marzo 2006
Il paese che non legge "Meglio le ballerine". La Repubblica 10 marzo 2006. San Giovanni del Dosso (Mantova)
Il paese che non legge "Meglio le ballerine". La Repubblica 10 marzo 2006. San Giovanni del Dosso (Mantova). Dormono le enciclopedie bene allineate sui vecchi scaffali di ferro grigio della biblioteca comunale. Dormono anche i libri di Calvino, di Pasolini, di Gramsci, e "Il Capitale" di Marx sembra sprofondato in un sonno profondo. Non c´è più nessuno che li viene a svegliare, nessuno che li vuole leggere, nessuno che li chiede in prestito. La biblioteca, 1.400 volumi, è deserta. Si anima solo quando si fa festa. Allora è un successo: gran ressa per le oba-oba, un gruppo di sculettanti ballerine brasiliane, pienone per il ballo in maschera di carnevale, gente in coda per la mostra degli uccelli impagliati. Morale: il sindaco ha deciso di chiudere la biblioteca per mancanza di lettori. Le feste, invece, si continueranno a fare. «Ma le ballerine non c´entrano - brontola - anche perché non le ho chiamate io, ma il comitato della fiera. Certo, sono piaciute. Il problema della biblioteca invece è che non interessa a nessuno, che è un servizio che costa, e che io non ho in cassa il becco di un quattrino». Il paese che non legge nella terra che fa leggere tutti, e che ha inventato quel miracolo del Festivaletteratura, dorme adagiato nella campagna: 1.200 abitanti, aria antica, c´è ancora la targa di una "Sezione del Pci". I libri della biblioteca, un fritto misto un po´ datato di classici, saggi e racconti, sono accatastati in una delle due stanze della "Sala civica polifunzionale", una palazzina di un rosa vezzoso, di fronte al municipio, dove si fanno anche le feste, le mostre e le conferenze. «Il nodo sta nel fatto che la biblioteca si trova in una sede diversa da quella comunale, e che per farla funzionare dovrei tenere lì un impiegato - spiega il sindaco diessino Maurizio Perboni, 46 anni, insegnante di fisica - ma io ne ho solo cinque, il mio bilancio è in emergenza, e sono costretto a tagliare i fondi alla cultura se voglio far funzionare i servizi sociali». Inoltre, aggiunge, «non ne vale la pena. Nell´ultimo anno ci sono stati solo otto lettori che hanno chiesto dei libri in prestito. Il fatto è che oggi molti trovano su Internet quello che cercano. Una biblioteca vecchiotta e generalista come la nostra non serve più». In paese non sembrano soffrire più di tanto. «Io i libri me li compero» dice Antonella Tartari, che ha un negozio di piante. Anche la maestra delle elementari, Anna Muzzarelli, non ha rimproveri da fare. Il putiferio l´ha scatenato la minoranza leghista in consiglio comunale, la stampa locale «ha montato uno scandalo su una cosa che non esiste», accusa il sindaco, e sono piovute le proteste di «beghine che nemmeno conosco e che l´hanno messa giù sul piano ideologico». Ma sotto sotto cova dell´altro. Perché il sindaco non ha rinnovato il contratto con il sistema interbibliotecario della zona e questo ha creato malumori. Che ora si infittiscono. Perché proprio il paese vicino di Quistello ha avviato, proprio in collaborazione con il coordinamento delle biblioteche comunali della zona, un progetto di promozione della lettura per bambini da zero a tre anni. «Nati per leggere», è lo slogan. Per le oba-oba, avranno tempo. Roberto Bianchin