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 2006  marzo 09 Giovedì calendario

ERMOLLI

ERMOLLI Bruno Varese 6 marzo 1939. Manager. Presidente della Promos, la società che si occupa di internazionalizzazione per la Camera di Commercio di Milano. «[...] superconsulente di Silvio Berlusconi, presente nei board di Fininvest, Mediaset, Mondadori, Mediolanum. Ha una propria società (Sin&rgetica) e numerosi altri incarichi: è senior advisor di Jp Mor gan, consigliere in Fondazione Cariplo, Università Bocconi, Politecnico, vicepresidente della Fondazione Teatro alla Scala, è componente l’advisory board di Confcommercio e Comune di Milano [...]» (Sergio Bocconi, ”Corriere della Sera” 26/4/2009) • «[…] diplomato ragioniere, promosso, anni dopo, cavaliere (del Lavoro), gran feluca berlusconiana dei poteri del Nord con le mani in molte paste [...] il Gianni Letta della finanza, il Gianni Letta del Nord. Anche se non si sa quanto al suddetto, già consacrato dal Capo dei Capi come ”un dono di Dio per l’Italia”, questo paragone possa aver fatto un gran piacere. [...] presidente di Sin&rgetica, società di consulenza di impresa e management, e di Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano, sommerso da una micidiale montagna di cariche berlusconiane. Primo suggeritore di Arcore, punto di riferimento dei poteri borghesi e finanziari nelle grandi partite di Piazza Affari che stanno a cuore alle due vite del Cavaliere, capo del governo e proprietario di un’impero dagli interessi giganteschi. Consigliere d’amministrazione di Mediaset, di Mondadori, di Mediolanum, del Censis, del Politecnico di Milano, Ermolli, tutti i lunedì che ha fatto Dio, a mezzogiorno e mezzo ha un impegno improrogabile. l’ospite fisso del desco di Arcore, di quelle colazioni intime del Cavaliere (dove c’era sempre mamma Rosa) con i figli Marina e Piersilvio e con i fedelissimi: Fedele Confalonieri, a volte Giuliano Adreani, Paolo Bonaiuti e Gianni Letta, quando l’eccezionalità e la gravità del momento non possono prescindere dalla sua presenza. Colazioni che hanno un rito: dopo il caffè, il tête-à-tête di Berlusconi con l’amico Bruno. L’arrivo di Ermolli nel fantastico mondo del Cavaliere è opera di Confalonieri. All’inizio degli anni Novanta, è lui a presentare a Sua Emittenza l’efficiente ma anonimo titolare, vicino a Gianni De Michelis e a Letizia Moratti, della società Sin&rgetica. Grazie al magico tocco berlusconiano, Ermolli si trasforma poco a poco in uno snodo di rapporti, affari e incarichi. Con tanto di attico spettacolare in via Borgonuovo e di due ville a Saint Tropez, perché, come insegna il Cavaliere in Sardegna, una è troppo poco. Ermolli mette le tende ad Arcore. La prima missione è la riorganizzazione della Standa. Dopo, è la volta di Fininvest, dove una giovane Marina fa i primi passi al suo fianco. La fiducia del Cavaliere, la successiva discesa in campo e l’attrazione fatale di enti, società e imprese pronte a baciare le pantofole berlusconiane sono un formidabile volano. Sin&rgetica colleziona consulenze: Telecom, Enel, Eni, Banca Intesa. Per Forza Italia, Ermolli studia profili dei candidati azzurri e astrusi metodi di controllo della loro produttività politica. Con Gabriele Albertini a Palazzo Marino, sparge uomini di fiducia al Comune e alla Provincia. il dominus della Camera di Commercio di Milano, forziere molto ben fornito e politicamente ghiotto, con cui firma alleanze e pingui accordi di trading, diventando presidente di Promos. la sentinella del Cavaliere (ma con una consulenza firmata da Tronchetti Provera) quando Telecom, vecchia brama del leader Pdl, divorzia da Hopa. Nel 2000 guida gli yankees berlusconiani nell’assalto alla Fondazione Cariplo e al suo presidente Giuseppe Guzzetti. Perde. [...] Gli amici del cuore sono il finanziere Francesco Micheli, l’industriale farmaceutico Sergio Dompè, il presidente di Atm, l’azienda di trasporti milanese, Elio Catania (nella passata stagione berlusconiana discusso capo delle Ferrovie), l’ex ministro Lucio Stanca. Ermolli è intimo dei Doris, dei Ligresti e dei Cabassi [...] Il legame con Tronchetti Provera (che, nel 2001, fa il piacere di sollevare Fininvest dal problema Edilnord) è stretto, quello con Paolo Scaroni, ad Eni, di più. Oltre a Berlusconi, due i chiodi fissi di Ermolli: i Paesi arabi del Mediterraneo con cui stringere legami d’affari (come il fondo l’Euromed) e l’occhio vigile sul Corriere della Sera. Al tempo in cui Stefano Ricucci scala via Solferino, Ermolli fa il medium dell’incontro tra il Cavaliere e l’odontotecnico di Zagarolo. Oggi, inonda di affettuose attenzioni Giuseppe Rotelli, il re delle cliniche, azionista del 10 per cento di Rcs, poco meno di Fiat. E non manca di ritagliarsi il tempo per i colloqui riservati con Paolo Mieli e con Ferruccio de Bortoli: all’uno fa capire che rimarrà a lungo alla direzione del Corriere. All’altro, che se fosse in suo potere, avrebbe già destinato a lui la poltrona del successore. Un emulo di Gianni Letta, anche in questo. Tutti e due inappuntabili, anche dopo ore di lavoro. Impeccabili, quasi inamidati nel vestire e nella cura delle chiome (folte, in barba al loro capo), perfettamente allineati all’estetica berlusconiana, il gentiluomo di Sua Santità [...] e il ragioniere di Varese sono uomini di grande intesa. Il primo è l’interlocutore privilegiato di ”the other place”: Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Goffredo Bettini. Il secondo non ha un buon rapporto con Cesare Geronzi, ma con Giovanni Bazoli e Corrado Passera, i banchieri sinora più invisi a Berlusconi, invece sì. Tutti e due felpati e riservati (non come il Cavaliere chiacchierone) e ben inseriti nei salotti artisticamente corretti, dove si misura il livello del potere. Consigliere dell’Auditorium veltronian-bettiniano e della Festa del Cinema Letta, più melomane Ermolli, presidente del Comitato per le celebrazioni di Giacomo Puccini e vice presidente della Scala. Quando sulla direzione di Riccardo Muti il teatro si era spaccato in due, e aveva vinto la posizione di Ermolli (che non si disperava per l’addio del Maestro), Confalonieri, sconfitto, aveva commentato, molto snob, che un ragioniere che si occupava di organigrammi non poteva gestire la Scala. [...]» (Denise Pardo, ”L’espresso” 24/4/2008) • « consulente della Fininvest e della Mondadori ma soprattutto, da quando se n’è andato Aldo Livolsi, è il consigliere più ascoltato da Marina Berlusconi. Un rapporto, questo, cui Silvio Berlusconi tiene enormemente. Tanto da aver fatto di Bruno Ermolli e della sua società, Sinergetica, un crocevia indispensabile per chi ha interessi a Milano: uomo di collegamento con il sindaco Gabriele Albertini, ai vertici della Scala e della Fondazione Cariplo, dentro la quale ha combattuto (perdendola) la guerra del Polo contro gli uomini dell’Ulivo capeggiati dal presidente Giuseppe Guzzetti. [...]» (’Capital” ottobre 2001).