Guido Olimpio Corriere della Sera, 19/06/2002, 19 giugno 2002
A Nablus è di moda scambiarsi figurine di kamikaze, Corriere della Sera, mercoledì 19 giugno 2002 Gerusalemme
A Nablus è di moda scambiarsi figurine di kamikaze, Corriere della Sera, mercoledì 19 giugno 2002 Gerusalemme. Saleh Titti, 14 anni, ha rinunciato alle figurine dei Pokemon. Le ha buttate via sostituendole con qualcosa di meno divertente. Le medagliette con le foto dei ”martiri”, kamikaze e guerriglieri morti nell’Intifada: «Adesso questi sono i nostri idoli, vogliamo essere come loro, imitarli». Da qualche mese nel campo profughi di Balata, a Nablus - ha scritto il quotidiano canadese ”Toronto Star” -, è esplosa la mania di queste immaginette. Piccole, colorate, sono sistemate in piccoli astucci di plastica legati ad una catenina. Qualcuno le mette al collo, ma la maggior parte dei ragazzi ci gioca come fossero le figurine dei calciatori. I personaggi più rari sono Mahmoud Titti, Raed Karmi e Yasser Badawi, tre leader delle Brigate Al Aqsa che avevano la loro base a Balata. I tre sono stati eliminati dagli israeliani con gli omicidi mirati. L’ultima novità, e dunque piuttosto ricercata, la foto di Jihad Titti, 18 anni, cugino di Mahmoud, che si è fatto esplodere in una gelateria di Petah Tivka uccidendo una nonna con la sua nipotina. Nelle vie di Balata, i ragazzini passano ora a fare scambi. «Se trovo un altro Mahmoud Titti - ha raccontato Assam, 12 anni - lo scambio per avere un Badawi». Il gioco è iniziato quasi per caso. Un negoziante di Nablus, Assam Kanaza, che produceva targhe per i militanti uccisi, è stato contattato da una famiglia che ha chiesto se poteva realizzare una medaglietta da collo dove fosse possibile inserire la foto del figlio ucciso. stato un successo. Decine di famiglie si sono rivolte al commerciante per avere le collane. Kanaza sostiene di aver realizzato 5 mila medagliette con foto e 6 mila targhe o portachiavi con immagini dei martiri. Il costo è contenuto: 3 euro per ogni collana. Per chi vuole qualcosa di più economico - 50 centesimi -, c’è sempre la possibilità della foto formato passaporto inserita in una custodia di plastica. Il fenomeno è stato accompagnato dall’enorme popolarità dei martiri anche all’interno delle scuole. Migliaia di studenti, in seguito alle ripetute incursioni dell’esercito israeliano, hanno perso metà dell’anno scolastico. In tanti hanno avuto un parente catturato o ucciso dai soldati. A Balata un insegnante nell’istituto gestito dall’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi) ha cercato di contenere la kamikaze-mania. «Durante l’ora di ginnastica dovete togliervi le medagliette dei martiri», ha ordinato. Il giorno dopo si è presentato a scuola il papà di un bambino deciso a regolare i conti con il maestro. Nelle case c’è la cultura della morte e dell’azione suicida. In un angolo vengono allestiti altarini in onore dei miliziani. I poster degli uomini immolatisi contro gli israeliani campeggiano ovunque. Dai muri dei negozi ai corridoi delle scuole. un fervore che non si spegne mai, alimentato anche dalle pesanti operazioni militari di Israele. Blitz per neutralizzare le basi degli estremisti ma che spesso coinvolgono persone innocenti. Per le autorità di Israele Nablus è da sempre il letto caldo del terrore. Dalla città, e in particolare dall’università, sono usciti molti kamikaze. L’ultimo ha compiuto il massacro di Gerusalemme. Guido Olimpio