Rossella Martina, QN 24/2/2006, pagina 22., 24 febbraio 2006
Il primo morto visto da Pupi Avati fu la zia Teta. Lui era un bambino e con tutta la famiglia si era rifugiato in cantina dopo uno dei tanti allarmi antiaereo: «Era malata da tempo
Il primo morto visto da Pupi Avati fu la zia Teta. Lui era un bambino e con tutta la famiglia si era rifugiato in cantina dopo uno dei tanti allarmi antiaereo: «Era malata da tempo. Finito l’allarme la riportammo in casa e da allora zia Teta è diventata l’archetipo della morte con il suo cerimoniale. La liturgia dell’esposizione in salotto, le candele, i cuscini di raso, la finestra aperta. E poi quel fazzoletto attorno al viso per tenerle ferma la mandibola. Ricordo che i miei fecero anche venire il barbiere perché negli ultimi tempi a zia Teta erano cresciuti anche dei pelacci sul viso e il barbiere doveva tagliarli».