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 2006  febbraio 24 Venerdì calendario

Il primo morto visto da Pupi Avati fu la zia Teta. Lui era un bambino e con tutta la famiglia si era rifugiato in cantina dopo uno dei tanti allarmi antiaereo: «Era malata da tempo

Il primo morto visto da Pupi Avati fu la zia Teta. Lui era un bambino e con tutta la famiglia si era rifugiato in cantina dopo uno dei tanti allarmi antiaereo: «Era malata da tempo. Finito l’allarme la riportammo in casa e da allora zia Teta è diventata l’archetipo della morte con il suo cerimoniale. La liturgia dell’esposizione in salotto, le candele, i cuscini di raso, la finestra aperta. E poi quel fazzoletto attorno al viso per tenerle ferma la mandibola. Ricordo che i miei fecero anche venire il barbiere perché negli ultimi tempi a zia Teta erano cresciuti anche dei pelacci sul viso e il barbiere doveva tagliarli».