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 2006  marzo 09 Giovedì calendario

Hunter Harold

• Nato a New York (Stati Uniti) il 2 aprile 1974, morto a New York (Stati Uniti) il 17 febbraio 2006. Skateboarder. «Lo si potrebbe chiamare il Pantani dello skateboard, Harold Hunter, folcloristico eroe del mondo parallelo e alternativo dello skateboarding, morto [...] nel miserello appartamento di un palazzone popolare sulla tredicesima strada, nell’East Village a New York per un’overdose di Kentucky Fried Chicken, che non si può nemmeno più, legalmente, chiamare chicken, perché di pollo, sotto la pastella di puro colesterolo, non pare essercene traccia. Harold Hunter è stato sepolto con la sua fedora nera in testa e il bulldog, che gli assomigliava anche un po’, al fianco della bara. La leggenda dice che questo ragazzotto nero fosse capace di trasformare il suo surf con le rotelle in una specie di tappeto volante. Hunter andava in giro con il mitico gruppo di skateboardisti dello Zoo York, senza una lira in tasca, vivendo la propria celebrità nomade sempre sul filo di finire homeless, senza casa. Aveva fatto l’attore nel film Kids di Larry Clark, e il modello per case di abbigliamento sportivo,ma il suo vero palcoscenico era Washington Square Park o le banchine di cemento sotto il ponte di Brooklyn. Lo skateboard era, per Harold, il trampolino da cui saltava tutti gli ostacoli che il destino gli aveva messo fra i piedi, la povertà, la violenza, la razza. Non era riuscito a superare mai, però, la golosità per il fatale intruglio fritto. Se ne è andato mentre nel mondo dello skateboard si discute animatamente se questa specialità, a metà fra controcultura, teppismo e sport, debba provare ad entrare fra le discipline olimpiche. C’è chi dice che sarebbe un crimine, ucciderebbe lo spirito libero dello skate, infilandolo dentro ilmondo convenzionale e rigido degli altri sport. C’è chi, invece, lo ritiene inevitabile, è solo questione di tempo. [...]» (Francesco Bonami, ”La Gazzetta dello Sport” 9/3/2006).