Ricerca fatta da Paolo Forcellini per articolo uscito su L’Espresso il 9/3/2006, argomento Taxi, 9 marzo 2006
Taxi. Antitrust: Parere liberalizzazione licenze servizio taxi. Con un interessante parere l’Antitrust ha promosso la liberalizzazione del mercato delle licenze taxi
Taxi. Antitrust: Parere liberalizzazione licenze servizio taxi. Con un interessante parere l’Antitrust ha promosso la liberalizzazione del mercato delle licenze taxi. L’Autorità è partita dalla constatazione che sebbene la normativa vigente attribuisca ai Comuni la competenza in ordine alla determinazione del numero dei veicoli da adibire al servizio di taxi, e quindi ad incrementare eventualmente le licenze a fronte di un’insufficienza dell’offerta, tale facoltà incontra una forte resistenza da parte degli operatori del settore, favorevoli al mantenimento delle restrizioni quantitative. Tali comportamenti trovano fondamento nell’elevato costo che gli operatori già attivi sul mercato hanno sostenuto per l’acquisto di una licenza da altri soggetti. Infatti, benché le licenze siano state originariamente rilasciate gratuitamente da parte delle autorità pubbliche, le stesse sono state sovente alienate sulla base di valori economici di volta in volta crescenti in termini reali, circostanza questa che, di per sé, riflette la scarsità del numero delle licenze, ovvero del numero di taxi attualmente in circolazione. Per giungere ad una privatizzazione del settore, l’Autorità ha fornito alcuni suggerimenti tra cui (i) il ricorso ad una procedura d’asta, a seguito della quale le Amministrazioni potrebbero rilasciare delle nuove licenze, a titolo oneroso. Gli introiti derivanti da tale procedura potrebbero essere impiegati per compensare "una tantum" gli attuali titolari delle licenze; oppure (ii) la distribuzione, a titolo gratuito, agli operatori del settore di un’ulteriore licenza. Tale misura avrebbe l’effetto di compensare gli attuali titolari delle licenze della perdita di valore, in termini economici, di queste ultime. I fornitori del servizio taxi, infatti, potrebbero procedere alla vendita della nuova licenza, realizzandone un ricavo, oppure sfruttare entrambe le licenze mediante affidamento della nuova licenza. Affinché tale misura sia efficace, appare opportuno che la nuova licenza venga ceduta, ovvero utilizzata, entro un congruo periodo di tempo, compatibile con il graduale processo di liberalizzazione. (Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, Comunicato - Segnalazione 9 marzo 2004, Segnalazione Antitrust sulle distorsioni della concorrenza nel servizio taxi). 06-02-2003 Il mercato delle licenze dei taxi: una proposta operativa Massimo Bordignon Andrea Boitani Ci sono buone ragioni per cercare di compensare, almeno in qualche misura, i tassisti per la perdita in conto capitale causata dall’aumento del numero delle licenze (vedi opinione di Bordignon). Queste compensazioni possono essere fatte in modi molto diversi. Dato che un mercato "nero" per le licenze esiste già, la soluzione più ovvia e meno onerosa per la collettività sarebbe quella di rendere "chiaro" l’attuale mercato "nero", vendendo le nuove licenze e usando il ricavato per compensare i vecchi possessori (cfr. anche Boitani su Il Sole 24 Ore del 29 gennaio scorso). Per esempio, se l’elasticità di prezzo della domanda delle licenze fosse pressoché unitaria, il ricavato della vendita sarebbe sufficiente a compensare gli attuali possessori della perdita in conto capitale. Ma anche se non lo fosse, essa andrebbe comunque nella direzione cercata, rendendo meno onerosi gli eventuali altri interventi da parte della collettività. Rendere le licenze marketable avrebbe anche altri vantaggi. Se si consentisse ad un soggetto di accumulare più licenze, si incoraggerebbe l’inserimento nel mercato di vere e proprie imprese, che sono più capaci rispetto ai singoli individui di organizzare un servizio capillare sul territorio e la cui presenza rappresenta una delle ragioni per cui i prezzi delle corse sono così bassi all’estero rispetto all’Italia. Fantasia istituzionale A queste argomentazioni generalmente si risponde che per motivi giuridici le licenze non possono essere vendute. Ma le leggi si possono cambiare. Inoltre, con la riforma del Titolo V della Costituzione, la materia dovrebbe essere diventata di esclusiva competenza regionale e dunque se anche leggi o consuetudini nazionali non fossero modificabili, le regioni potrebbero intervenire autonomamente. In tutti i casi, sembra curioso che a livello locale non si riesca a inventare dei "diritti di guida" che possano essere venduti dal Comune e che offrano ai possessori la possibilità di fare almeno una parte di ciò che consentono le attuali licenze, cioè offrire servizi automobilistici a pagamento nel territorio urbano. La proposta potrebbe essere ulteriormente arricchita. Per esempio, si potrebbe associare tali "diritti" a servizi differenziati, come quelli dei minicabs londinesi, che hanno tariffe diverse da quelle dei taxi di piazza, ma possono raccogliere clienti solo tramite prenotazione telefonica. In questo modo i tradizionali "taxi bianchi" sarebbero incentivati a girare per le strade in cerca dei clienti, mettendo così fine a una negativa peculiarità delle grandi città italiane, dove – al contrario che in quelle estere – il servizio di taxi non è facilmente disponibile, "ad alzata di dito", ma va ricercato. Maggiore flessibilità dell’offerta si potrebbe inoltre ottenere eliminando l’attuale segmentazione per territorio comunale, consentendo cioè ai possessori di licenze di esercitare in tutti i comuni facenti parte delle "aree metropolitane". Una liberalizzazione che dovrebbe essere accompagnata da una regolazione uniforme, per cui le tariffe massime risultino uguali ovunque. "Ispessire" il mercato. Un ulteriore modo di compensare i tassisti e ricercare maggiore efficienza del servizio è di agire non solo sul lato dell’offerta ma anche su quello della domanda. Questo potrebbe essere ottenuto in più modi. In primo luogo, aumentando la velocità commerciale dei taxi. L’aumento della velocità commerciale implica infatti un miglioramento del servizio ma si traduce anche in un minor costo dello stesso, dato che il tassametro scatta sia per i chilometri percorsi sia per il tempo trascorso in coda nel traffico. Ma per far aumentare la velocità commerciale è necessario decongestionare il traffico, con tutte le misure possibili (road pricing, corsie preferenziali, ecc.). In secondo luogo, riducendo le tariffe, che sono determinate dai Comuni. Gran parte degli studi in materia stimano infatti che l’elasticità al prezzo della domanda di taxi sia molto elevata, suggerendo che una riduzione della tariffa media avrebbe un effetto positivo sul ricavo totale dei tassisti, a fronte di minori incrementi di costi dovuti al maggior chilometraggio giornaliero. In pratica, ciò potrebbe essere realizzato consentendo ai Comuni di determinare solo una tariffa massima, lasciando libertà ai singoli operatori di praticare sconti, e riducendo il "tallone" iniziale in modo da incoraggiare l’uso del taxi anche per percorsi non lunghissimi. [ Vuoi riprodurre questo articolo? ] [TOP] Commenti presenti Data: 04-02-2004 01:31:00 Nome: faure Oggetto: geniali Messaggio: Mi sembra un principio interessante. Spero che venga accolto ed esteso alla generalità delle autorizzazioni amministrative. Risposta: Data: 07-02-2003 01:57:00 Nome: Lorenzo Matteoli Oggetto: compensare i tassisti Messaggio: Non si capisce perche’ i tassisti debbano essere compensati se perdono il plusvalore speculativo acquisito dalle loro licenze per effetto della limitazione (spuria) di nuove licenze emesse: e’ un valore che si forma unicamente per incapacita’, inadempienza, viscosita’ della pubblica amministrazione. La licenza dovrebbe aumentare solo ed esclusivamente per compensare l’inflazione monetaria, ma ogni altro incremento e’ di origine molto discutibile. Sicuramente non da compensare dalla mano pubblica. Lorenzo Matteoli Risposta: Caro lettore, non sono d’accordo con lei. Per due ragioni, una economica e una politica. Per la prima, ha ragione, il valore delle licenze si forma per l’esistenza di vincoli di monopolio indotti dallo stesso settore pubblico (senza licenza, non si può guidare i taxi e le licenze sono in numero fisso). Tuttavia, chi ha lucrato su questo vantaggio, cioè coloro che hanno per primi ottenuto la licenza gratuitamente e poi l’hanno venduta ottenendo un plusvalore, sono a questo punto in larga parte o morti o in pensione. Gli attuali possessori di licenze, le hanno pagate e a caro prezzo. Giusto dunque compensarli in qualche misura della perdita patrimoniale indotta dalla politica di liberalizzazione. Seconda ragione, politica. Dato la loro capicità di interdizione, i tassisti saranno comunque compensati, e la proposta mia e di Andrea Boitani mirava solo ad introdurre una compensazione che fosse la meno distorsiva possibile. I tassisti milanesi sono già riusciti a ridurre il numero delle nuove licenze dalla proposta orginale di 1500 a 300; ed è notizia di oggi che la Provincia di Milano, complice un Presidente che ha aspirazioni da Sindaco di Milano e che dunque pensa bene di assicurarsi il consenso preventitvo dei gruppi di pressione, ha bloccato sine die la nuova emisssione di licenze. Dunque, non se ne farà nulla. Se i tassisti avessere saputo che ogni nuova licenza venduta avrebbe aumentato la compensazione ad essi pagata, sospetto che le cose sarebbero andate differentemente. Massimo Bordignon I Le FAQ (frequently asked questions) del cliente del taxi 1-la tariffa dei taxi decorre dal momento della partenza? Mi è capitato che un taxi, giunto al mio indirizzo di partenza, dove lo attendevo, aveva già il tassametro a 8 euro, conteggiati dal luogo dove si trovava il taxi stesso al momento della mia chiamata. 2-perché il tassametro non parte da zero? corretto quando la quota fissa di partenza è pari a 2,33 euro? 3-gli autonoleggi con autista non hanno una tariffa imposta? 4-perché è così difficile trovare un taxi che accetti la carta di credito? 5-ho dimenticato una borsa all’interno del taxi, a chi devo rivolgermi? 6-il tassista è tenuto ad emettere ricevuta fiscale per l’importo incassato a fronte del servizio? 7-come si può ottenere la fattura, qual’è l’eventuale articolo che regola questa situazione? 8-quando scioperano i mezzi pubblici, anche i taxi scioperano? 9-c’è un supplemento di costo aggiuntivo per la chiamata telefonica del taxi? 10-come si fa a sapere il numero di telefono per chiamare il taxi in ogni città? 11-una volta un taxista mi ha detto che l’indirizzo dov’ero diretto era fuori dal limite di tariffa e che avrei dovuto pagare un sovrapprezzo. Che significa? 12-quando chiamo un radio-taxi mi chiedono nome, indirizzo e numero di telefono, come la mettiamo con la privacy? 13-perché non si può sapere in anticipo il prezzo del taxi per un dato percorso? 14-se venisse abolita qualsiasi licenza e liberalizzato veramente il settore ciò non creerebbe un bel po’ di concorrenza a tutto beneficio dell’utente? 15-come funziona il nuovo sistema di pagamento per i disabili di Roma? 16-avevo bisogno di avere delle informazioni riguardanti il numero dei taxi a Milano e i loro consumi. Se mi potete fornire voi queste informazioni o se mi potete cortesemente dire dove le posso reperire. 17-sto svolgendo una tesi sul tema di Disegno Industriale alla facoltà di Architettura di Pescara che riguarda il progetto di una vettura Taxi-Bus. L’introduzione al progetto riguarda una raccolta di dati statistici inerenti al movimento annuo dei mezzi pubblici. Vi pregherei gentilmente di inviarmi delle informazioni inerenti alle vetture Taxi circolanti nella città di Roma con dati riguardanti: -n° tot. delle compagnie o cooperative presenti sul territorio -n° di vetture tot. presenti sul territorio -n° dei passeggeri che usufruiscono dei mezzi taxi annualmente (valore approssimato!) -chilometri percorsi annualmente (valore medio annuale!) 18- 300 LICENZE in più? NO, 3000! Roma, 7 Febbraio 2003. Suoneranno le loro trombe? E noi suoneremo le nostre campane! E’ un chiaro invito ad astenersi dal prendere i taxi. Le modalità le metteremo a punto nei prossimi giorni -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc- in relazione alla attuazione delle minacce paventate dalla corporazione dei tassisti. La tecnica è sempre la stessa: creare un disservizio alla comunità, cioè prendere per il collo i cittadini, per ottenere condizioni di favore per la propria categoria. Nell’ottobre scorso fu firmato un accordo tra Comune di Roma (situazione analoga a Milano) ed associazione dei tassisti, che prevedeva un aumento delle tariffe e un incremento delle licenze. L’aumento è stato ottenuto ma delle 300 licenze in più neppure l’ombra. L’Assessore dell’epoca rimase a bocca aperta, gli utenti subirono un aumento tariffario e il (dis)servizio rimase. L’attuale Assessore sembra avere le idee chiare e speriamo che alle parole seguano i fatti. Secondo una indagine effettuata lo scorso anno da Altroconsumo, solo il 19% dei taxi chiamati per telefono è arrivato prima di 10 minuti. A Roma ci sono 2,1 taxi per ogni mille abitanti a Londra ce ne sono 8,3, sempre per mille abitanti. Parlare quindi di 300 licenze in più ci appare del tutto limitativo, noi ne vorremmo 3000 in più! Anzi, ad essere chiari, vorremmo che il settore fosse liberalizzato, licenze e tariffe, che in questo modo si avrebbe miglior servizio a minor costo. L’esperienza in questo senso maturata in Nuova Zelanda è stata esemplare: nel 1989 (un esperimento più che decennale, quindi) c’è stata la liberalizzazione delle tariffe e delle licenze, accompagnata dalla fissazione di criteri di qualità e dai relativi controlli. Il risultato è stato eclatante: è migliorata l’offerta e le tariffe hanno subìto una differenziazione fino al 34%. Vogliamo prendere esempio dalle esperienze positive? fonte http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=53890&tabella=TOTDocs 19-Scusate la domanda ingenua, ma il prezzo segnato sul tassametro è a persona? 1-la tariffa dei taxi decorre dal momento della partenza? Mi è capitato che un taxi, giunto al mio indirizzo di partenza, dove lo attendevo, aveva già il tassametro a 8 euro, conteggiati dal luogo dove si trovava il taxi stesso al momento della mia chiamata. La procedura è corretta perché dal momento in cui un taxi viene ingaggiato dal cliente (anche telefonicamente) il tassametro deve essere messo in funzione, questo per 2 buoni motivi: 1)altrimenti un secondo cliente incontrato strada facendo potrebbe pretendere di diritto di salire a bordo, e in quasi tutti i regolamenti comunali è prevista una sanzione per il conducente che, senza giustificato motivo, rifiuta l’ingaggio; 2)da questo consegue che durante il percorso tra il parcheggio e l’indirizzo indicato il taxista sta gia "lavorando" per il cliente. Naturalmente la cifra indicata dal tassametro deve essere ragionevole in proporzione con la distanza e il tempo impiegato tra il parcheggio e l’abitazione del cliente. #torna su 2-perché il tassametro non parte da zero? corretto quando la quota fissa di partenza è pari a 2,33 euro? Appena messo in funzione, il tassametro parte con la cosiddetta quota fissa d’ingaggio, stabilita come tutte le altre voci che compongono la tariffa da ciascuna amministrazione comunale dove esiste un servizio di taxi. La quota di partenza varia quindi da comune a comune, ad esempio in giorno feriale orario diurno è: 2,33 euro a Roma; 2,00 a Milano; 3,00 a Torino; ecc. #torna su 3-gli autonoleggi con autista non hanno una tariffa imposta? No, è una delle differenze sostanziali tra il servizio TAXI e quello NCC (noleggio con conducente) #torna su 4-perché è così difficile trovare un taxi che accetti la carta di credito? L’utilizzo delle carte di credito offre degli indubbi vantaggi, anche per l’esercente che le accetta: -non si tengono grosse somme in cassa, a tutto beneficio della sicurezza -non si hanno problemi con il resto purtroppo rimangono degli svantaggi considerevoli: 1-per usarlo nel taxi occorre un terminale POS con telefono GSM incorporato, quindi in pratica ogni transazione costa come una telefonata di circa 1 minuto con un cellulare 2-i circuiti di carte di credito (visa, mastercard, amex, ecc.) detraggono un costo commissione tra il 2,5 e il 4% 3-l’acquisto del terminale POS, il cui costo non è indifferente, è a completo carico del taxista, oppure bisogna noleggiarlo a pagamento da una banca 4-anche i costi di manutenzione (riparazioni, sostituz.batterie ecc.) del POS sono a carico del taxista, oppure bisogna sottoscrivere un contratto di assistenza e manutenzione (a pagamento) con la banca che fornisce il POS 5-per utilizzare il POS non basta il conto corrente per uso familiare che tutti abbiamo ma bisogna aprirne uno ufficialmente intestato alla "azienda-taxi" 6-i circuiti di carte di credito vietano espressamente di applicare sovrapprezzi per l’utilizzo delle carte medesime, ed essendo le tariffe dei taxi imposte dall’amministrazione comunale, di fatto il taxista non può far altro che decurtare tutte le spese sopradette dai propri utili 7-in caso di successive contestazioni (carte rubate, il cliente non si ricorda della transazione, ecc. ecc.) il taxista si deve recare in banca o presso l’autorità che lo richiede per mostrare le ricevute delle transazioni contestate 8-alle volte è fisicamente impossibile arrestarsi senza bloccare il traffico per tutto il tempo necessario per effettuare la transazione (accensione del POS,strisciata della carta, stampa delle ricevute, firma delle medesime), non sono poi rari malfunzionamenti (segnale GSM debole in trasmissione dati), che obbligano a ripetere la strisciata più volte con ulteriori perdite di tempo. #torna su 5-ho dimenticato una borsa all’interno del taxi, a chi devo rivolgermi? Premettendo che se non ci si ricorda il numero del taxi la ricerca diventa problematica il primo tentativo da fare, per una ricerca più rapida, è presso ciascuna società radio-taxi, pregando di far girare un annuncio radio verso i loro associati. Successivamente ci si può rivolgere agli uffici comunali competenti, ne riportiamo alcuni: Torino - ufficio oggetti smarriti, v. Vigone 80 - tel. 011/4429246, lun.mer.ven. 9.00-12.00 Milano - ufficio oggetti smarriti, v. Friuli 30 - tel. 0288453908-9 lun.÷ven. 8:30-16:00. Milano - ufficio autobubbliche, v. Messina n.53 - tel. 02/33601672. Vicenza - ufficio oggetti smarriti, v. Monte Zovetto, 35 (stabile ex Zambon). Ravenna - v. R. Gessi, 11 - tel. 0544/482279. Roma - ufficio oggetti smarriti, v. Bettoni n°1 Roma - VII dipartimento, ufficio taxi, v. Capitan Bavastro 94 - tel. 06/57902327 Napoli - Galleria Principe di Napoli, tel. 5640453, lun.÷ven. 9:00-12:00 Si possono cercare altri indirizzi sul sito www.oggettismarriti.it o meglio sugli elenchi telefonici di ciascun comune. #torna su 6-il tassista è tenuto ad emettere ricevuta fiscale per l’importo incassato a fronte del servizio? I taxi sono esentati dall’obbligo di emissione di fattura o ricevuta fiscale ed inoltre il trasporto pubblico di persone in ambito cittadino non è gravato da IVA ( art.10 n°9 - DPR 633/1972). Su richiesta del cliente è consuetudine rilasciare una ricevuta in carta "semplice". Per percorsi extraurbani superiori a 50 km è invece obbligatoria la fattura. #torna su 7-come si può ottenere la fattura, qual’è l’eventuale articolo che regola questa situazione? i taxi sono esentati dall’obbligo di emissione di fattura o ricevuta fiscale in quanto il trasporto pubblico di persone in ambito cittadino non è gravato da IVA (art.10 n°9 - DPR 633/1972). Su richiesta del cliente è consuetudine rilasciare una ricevuta in carta "semplice", è anche possibile ottenere la fattura, comunque obbligatoria per percorsi extraurbani superiori a 50 km (e solo in questo caso si dovrà aggiungere l’IVA), ma considerando le particolari condizioni ambientali (a volte c’è appena il tempo per dare il resto prima che le auto dietro il taxi comincino a strombazzare) è ragionevole non pretenderla immediatamente, è invece molto utile portarsi dietro un biglietto prestampato con tutti i dati necessari: nome, cognome, ragione sociale, indirizzo, codice fiscale e partita IVA. #torna su 8-quando scioperano i mezzi pubblici, anche i taxi scioperano? Normalmente no, perché i taxisti sono lavoratori autonomi. #torna su 9-c’è un supplemento di costo aggiuntivo per la chiamata telefonica del taxi? Di solito no, ma ogni comune ha le proprie tariffe. Comunque il tassametro partirà dal punto dove si trova il taxi al momento della chiamata. #torna su 10-come si fa a sapere il numero di telefono per chiamare il taxi in ogni città? Il numero di telefono dei posteggi taxi, nelle città dove i posteggi sono provvisti di telefono, è normalmente riportato sugli elenchi telefonici alla voce "taxi". Purtroppo sono spesso poco aggiornati, e a volte, come a Roma, sono riportati numeri inesistenti da anni, perché la viabilità è cambiata e il posteggio è stato spostato (ma non il telefono, rimasto come un totem muto tra due spartitraffico), oppure il telefono è stato abbattuto dai vandali e mai ripristinato, oppure sostituito con un modello sperimentale ultramoderno che ha funzionato mai o per breve tempo (sempre a Roma circa 10 di questi apparecchi "sperimentali" furono installati in occasione dei mondiali di calcio 1990! sarà finita la sperimentazione? di sicuro non funzionano da un pezzo). Di solito anche le soc.radiotaxi sono sull’elenco telefonico, per comodità riportiamo un breve elenco dei radiotaxi italiani, sicuramente non esaustivo (salvo errori ed omissioni). (segue)