varie, 7 marzo 2006
ARNONE
ARNONE Giuseppe Agrigento 6 febbraio 1960. Politico. Consigliere comunale di Agrigento (Rifondazione Comunista) • «Da 15 anni tutti i sindaci di Agrigento sono stati condannati per ”colpa” sua. Per imbrogli, tangenti e case abusive. Come decine di assessori, presidenti e portaborse del sottobosco politico finiti nel mirino di Giuseppe Arnone, accusati di complicità con imprenditori mafiosi e boss di Cosa Nostra. E lui, il Saint-Just dei Templi lanciato sotto le bandiere di Legambiente contro abusivismo e appalti truccati, si vanta dei successi ottenuti prima con le denunce, poi indossando la toga di avvocato di parte civile nei processi: ”Ho fatto infliggere cinquanta anni di carcere...”. Ovvio che non lo amino l’ex sindaco Carmelo Sodano, oggi senatore Udc, antagonista storico, quattro condanne incassate nello scontro, una serie di funzionari del municipio indicati per nome e cognome come amici degli amici [...] Ma Arnone [...] anima delle demolizioni eseguite nella Valle quando collaborava al ministero dei Lavori pubblici col sottosegretario Gianni Mattioli, avverte ormai un clima di insofferenza anche all’interno del centrosinistra E questo nonostante sia stato eletto al consiglio comunaleda indipendente di Rifondazionecomunista, dopo aver lasciato polemicamente la Quercia. Ci sono vecchie storie che rischiano di trasformarlo in una sorta di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Ma non demorde e rilancia. [...] continuaa sfornare carte e a tuonare con spazi autogestiti nelle Tv private. ”Senza più trovare ascolto”, come rimprovera dai manifesti puntando il dito addirittura contro la prefettura adesso accusata di ”inadeguatezza” e richiamando l’attenzione del procuratore della Repubblica, Ignazio De Francisci [...] Adesso avverte l’isolamento. Anche per la difficoltà di dialogo con un pezzo della sinistra. Ruggine antica. Risale agli inizi degli anni Novanta, quando un magistrato per un presunto e falso favoritismo fece arrestare la sovrintendente ai monumenti, Graziella Fiorentini, paladina della lotta all’abusivismo edilizio, in piena sintonia con Arnone. Un ”complotto” sfociato nell’assoluzione di tutti e nel trasferimento del pubblico ministero. Ma allora la Quercia non difese Arnone, certo che la manovra preludesse perfino al suo arresto ”Non mi perdonano l’appartenenza ad una sinistra schierata contro condoni ed abusivismi, soprattutto anticonsociativa”, spiega Arnone che si autodefinisce con poche parole: ”Un ambientalista senza tessera, tra Prodi e Rifondazione”. Un po’ trasversale in tempi recenti è stato. Entrando più in sintonia con Angelino Alfano, il giovane coordinatore di Forza Italia nell’isola, che non con il segretario regionale dei Ds Angelino Capodicasa. I suoi obiettivi restano comunque i cosiddetti ”sodani”, gli amici dell’ex sindaco inquisito [...]» (Felice Cavallaro, ”Corriere della Sera” 7/3/2006).