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 2006  marzo 06 Lunedì calendario

RIZZO

RIZZO Marco Torino 12 ottobre 1959. Politico. Nel 1996, 1998, 2001 eletto alla Camera (Rc, Pdci). Espulso dal Pdci, nel 2009 ha fondato i Comunisti-Sinistra popolare • «[...] Per Piero Fassino è un mascalzone. Per i comunisti italiani è il numero due, dopo Oliviero Diliberto. Per i vecchi amici è Yul, a causa della sua testa pelata come Yul Brinner. Maria Laura Rodotà, quelli con la testa lucida come lui (Velardi, Rondolino, Minniti, La Torre) li chiamava Lothar. Sull’onda, la pelata era diventata trendy e si era diffusa, ma Marco Rizzo [...] rivendica la primogenitura. ”Mi sono rasato a zero 22 [...] al campeggio”. Ma non era un look da fascista? ”Un po’. Una volta dei compagni che non mi conoscevano, a una manifestazione, mi volevano picchiare. Erano gli anni Settanta. Io ero del Movimento studentesco torinese”. A Torino c’era anche Fassino. ”Era buffissimo. La sua testa, nei cortei, si vedeva da lontano. Gli facevamo sempre uno scherzo cattivissimo. [...] C’era uno, con una voce poderosissima, che urlava ”Fassinoooooo!’. Fortissimo. A quel punto la sua testa, che sovrastava i ragazzini della Fgci, si voltava e un coro di 10 mila persone urlava: ”Lungo e cretino!’. Ci cascava sempre [...] Per Bertinotti provo un’antipatia totale, politica ed umana. Fassino, poveraccio, non merita… [...] Non ho astio verso Fassino. Con il fisico che ha, non mi procura rabbia [...] Noi degli istituti tecnici contavamo poco. Eravamo considerati carne da macello per gli scontri di piazza. Ci mettevano sempre in testa ai cortei. Dietro c’erano i liceali con le belle ragazze che gli spremevano i limoni per i lacrimogeni [...] A noi non spremeva niente nessuno. Con quelli dei licei c’era conflittualità anche ideologica. Noi, studenti proletari, loro, borghesi privilegiati [...] Abbiamo fatto anche dei documenti contro i liceali. Dicevamo: siete dei figli di papà che dopo un po’ si piazzano bene [...] Ricordo, nel 1984, un mio intervento molto duro contro Diego Novelli. Lo feci nero. Quando nacque Rifondazione io divenni il primo segretario a Torino. Alle prime elezioni, a Torino, battemmo pure i Ds, 14,5 per cento contro 13,8 [...] Bertinotti non ama gli operai. L’operaio che fa sciopero non gode, soffre. Bertinotti è estremista e subalterno allo stesso tempo. Non vede l’ora di rompere qualsiasi trattativa. Ma se io andassi in guerra non vorrei mai un generale come lui. uno che scappa [...] Forse somiglio a Minniti. Ogni tanto mi scambiano per lui. Ma lui è piccolo e mingherlino [...] Rondolino è un flaccido, Velardi è un cicciotto. E anche un po’ tracagnotto, non ha collo, ha la testa incassata sul tronco. L’unico decente è La Torre [...] Di Velardi ho una pessima opinione [...] Non puoi stare nello staff del primo presidente del Consiglio post comunista e poi organizzare le campagne per candidati di destra” [...] fama di sciupafemmine. Pino Pisicchio racconta che durante le trattative per le candidature dell’Ulivo pensava soprattutto alle donne. Ha detto: ”Ma qui non si scopa mai?”. ”Non è così. Le trattative erano interminabili. Quindici giorni senza interruzioni, mangiando panini. Un giorno scoppiai: ”Ma nessuno qui ha voglia di tornare a casa e di farsi una scopata?’ [...] Ogni tanto ci interrompevamo e dormivamo su una poltrona. Una tortura. Continui battibecchi. Il responsabile dei Verdi era un tal Pieroni, antipaticissimo, che faceva il leccapiedi con i Ds. Un giorno per dispetto finsi di inciampare e gli versai una bottiglia di Coca Cola addosso [...] Sono caparbio, determinato, anche un po’ figlio di puttana [...] Non voglio essere paragonato a Rutelli. Io mi vedo in canottiera con belle macchie di sugo davanti [...] sono passionale, figlio di operai. [...] Io non voglio fare il numero venti. Ma il due lo faccio serenamente. Mi basta stare nella torre di comando [...] Il comunista italiano porta un fardello più pesante. Cerca di fare avanzare anche di poco la condizione reale di quelli che vuole difendere. Il rifondarolo non si sporca le mani. Preferisce l’opposizione, più semplice e più divertente [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della Sera - Magazine” 20/5/2004).