6 marzo 2006
Elena Maniero, di anni 29, figlia del boss del Brenta, Felice ”Faccia d’angelo”, nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 febbraio si ferì i polsi con un paio di forbicine, prese dei tranquillanti, si tagliò qualche ciocca di capelli, scrisse un biglietto al fidanzato («Quello che cercavi da me evidentemente lo hai trovato con un’altra»)
Elena Maniero, di anni 29, figlia del boss del Brenta, Felice ”Faccia d’angelo”, nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 febbraio si ferì i polsi con un paio di forbicine, prese dei tranquillanti, si tagliò qualche ciocca di capelli, scrisse un biglietto al fidanzato («Quello che cercavi da me evidentemente lo hai trovato con un’altra»). Alla fine s’affacciò sul terrazzino della mansarda dove viveva e si buttò di sotto. Il padre è sceso a Pescara per riconoscerne il corpo ed è stato due ore a parlare col capo della Mobile, che fu già suo nemico. Piangeva. Gli raccontarono che Elena aveva litigato col suo ragazzo, ristoratore e figlio di un medico, al punto che dopo cena ognuno era andato a dormire a casa sua. Era già stata sposata con un campione di pallanuoto. Il padre le aveva da poco regalato una Porsche. Un paio di anni fa, temendo che qualche nemico del padre potesse farla fuori, aveva lasciato il Veneto per trasferirsi a Pescara e, cambiato il nome in Eva Marini, aveva sposato il pallanuotista Enrico Mammarella, ora nella formazione Artigli Circolo Nautico Salerno, serie A1. Avendo divorziato, frequentava un Lucio D.V., di anni 27, ristoratore, con cui divideva una mansarda in centro di Pescara. Giovedì 23 febbraio, in Pescara. Notte