Vanity Fair, rubrica Mina date varie 2005/2006, 2 maggio 2006
Mina giornalista
Celentano CARA MINA, c’è un quesito che va molto di moda oggi, e vorrei tanto che tu mi rispondessi. Secondo te, Celentano è lento oppure è rock? Paola Nicoletti Celentano è Celentano. Adriano non è comprimibile in una dicotomia un po’ fredda, un po’, strumentale, un po’ imprecisa, troppo inadatta a definirlo. E poi è un fratello; non si tocca e basta. Mi capita, però, di avere un rifiuto convinto per slogan, tormentoni e luoghi comuni. Riconosco, come aggravante a mio fastidio, il tentativo di trasformare un adagio o un proverbio o un jingle in principio filosofico. Odio la semplificazione dei problemi complessi. Odio i bigini della vita tanto quanto amo la vita vera. Odio la compressione delle categorie etiche ed estetiche in dualismi depravati. Ricordo ancora il raccapriccio provato fin da piccola, a scuola, quando la divisione nelle aule separava maschi e femmine, buoni e cattivi, alti e bassi per l’assegnazione dei banchi in uno "schierantismo" ante litteram. Mi toccava sempre il posto peggiore perché femmina, alta e cattiva. Adesso che non vado più a scuola da alcuni secoli assisto alla stessa identica banalizzazione spalmato sul mondo che sembra non potere o non volere riconoscere chi non appartenga alla destra o alla sinistra e neppure al Nord o al Sud. E tanto meno all’Ovest o all’Est.
Quelle foto sexy e la mia età segreta Ti sei giustamente offesa quando ho parlato di tue presunte foto sadomaso su Playmen (ricordi? Hai risposto: "Saranno di tua nonna"). Chiedo venia: a volte la memoria inganna. In effetti non si trattava di Playmen, ma del mensile Io del febbraio 1971. E, rivedendole oggi, mi rendo conto che le immagini non erano piccanti come le ricordavo, ma solo molto sexy (per l’epoca). Enrico ’43, Milano P.S. Se tu avessi l’età di mia nonna dovresti avere 113 anni. E non i tuoi, splendidamente portati, 65.
Ma guarda che non mi sono offesa per niente. Sai che non riesco a ricordare? A che foto ti riferisci, dato che nella mia vita ne avrò fatte alcuni milioni? A proposito di tua nonna. Pensa, io ho proprio la sua stessa età: centotredici anni. Però ne dimostro ”solo” sessantacinque. Ancora la solita domanda sulla mia vita privata, oh signur. Solo una curiosità. Com’è Mina nella vita di tutti i giorni? Elisa Oh Signur, Elisa.
Come vuoi che sia? Come te, come Maria, come Giovanna, come Roberta. Al mattino mi infilo la mia coppa di ermellino tempestata di diamanti e passo mollemente dalla camera da letto alla piscina caldissima, dove quattro ragazzotti seminudi hanno messo sali e schiume e mi attendono per lavarmi e massaggiarmi. Poi, dopo una breve colazione servita su una terrazza di mille metri quadri che vede il mare di Sardegna, ricevo le segretarie, sei, tutte in tailleur rigorosamente nero e camicetta di seta color panna, con le quali sbrigo la corrispondenza. Una portantina mi aspetto nella corte dei mio palazzo dei Cinquecento nel cuore di Firenze. Vado a fare un giretto e torno a passare la giornata tra pietre preziose, bignè e lampi di genio.
La mamma, il ragazzo e quel bacio in cucina
Ho 19 anni e vivo con i miei genitori. Ho sempre condotto una vita tranquilla e felice. Fino a pochi giorni fa. La mia famiglia ha assunto un ragazzo polacco, poco più grande di me, per occuparsi della casa. Un tipo simpatico e onesto, o almeno questo credevo fino a quando non l’ho sorpreso mentre baciava mia niadre. È accaduto per caso: io tornavo a casa prima del solito e li ho visti da dietro la porta della cucina. Loro non sanno che io so e io non voglio dirglielo. Ma non so che cosa fare. Mia madre ha 42 anni, un marito e due figli: vuole davvero lasciare tutto per questo ragazzino? Non si rende conto del torto che fa a mio padre? E io dovrei spifferare tutto? Elisa Probabilmente hai visto male. E anche se hai visto bene, hai visto male lo stesso. Cerca di convincerti che non è successo niente. Quindi non c’è niente da dire a nessuno. Dimentica. Non è compito tuo quello di interpretare una cosa che, magari, è già stata classificata e cancellata. Ci sono troppe cose importanti in gioco e questo tua madre lo sa benissimo. Che la musica sia con noi (ma continua a studiare) Scrivo perché condividiamo la stessa arte: il canto. La mia vita è stata segnata dalla voglia di cantare e di suonare il pianoforte. Ho tenuto concerti, ho partecipato a ogni tipo di concorso, e soprattutto ho sempre studiato e cantato col cuore. Ma ogni volta mi trovo davanti persone che vogliono denaro per farti andare avanti e io non ne ho. Si tratta di grosse cifre, che non mi posso permettere. Da un anno e mezzo ho avviato un’esperienza con una cover band. Facciamo disco-music anni ’70 e ’80 e io mi diverto come un pazzo. Naturalmente studio, sto per laurearmi in Scienze della comunicazione e lavoro in una piccola radio come dj. Mi piacerebbe avere un tuo indirizzo al quale inviare un mio demo. Forse sarà un altro buco nell’acqua, ma almeno ci ho provato. Steve, Torino Puoi senz’altro inviare un tuo cd qui a Vanity. lo sento tutto quello che mi arriva. Chissà mai che non ci sia qualcosa di buono tra le cose che fai. Me lo auguro. Ma se i pezzi che canti non sono inediti, se tu non scrivi, allora il problema è diverso. Le possibilità si riducono verticalmente. C’è un mare di gente che sa cantare e anche molto bene. Ma senza pezzi non si va da nessuna parte. E ripeto per la millesima volta: non credere a chi ti chiede soldi per andare avanti. Sono degli impostori che millantano un credito che non hanno. Complimenti per la tua imminente laurea. Continua pure a sognare. Che la musica sia con noi. Ciao Steve. CARA MINA, il mio problema è una collega un po’ in là con l’età, e con molti problemi familiari. Ora sta facendo casino anche in ufficio con il mio capo, con le altre colleghe e naturalmente con me, anche se sono l’unica persona con cui ancora parla. L’ufficio ha deciso di mandarla via, glielo ha comunicato e lei è stata malissimo. Ha avuto una serie di attacchi di panico e indovina chi ha chiamato? La sottoscritta. I medici le hanno consigliato psicofarmaci e psicologo, ma lei non ne vuole sapere e continua ad assillarmi. Io non ne posso più e vorrei trovare un modo gentile per dirglielo. Ti prego, dammi un consiglio. M. D. A volte capita che ci vengo assegnato un ruolo inaspettato. Ci sembra di non riuscire ad assolverlo e ci vogliamo ritirare dalla recita. Eccoti di fronte a una richiesta di aiuto. Come se dovessi prescrivere e maneggiare una medicina di cui non conosci il nome e neppure la via di somministrazione, hai paura di sbagliare e di essere responsabile di un peggioramento della situazione. effettivamente un bell’impiccio. Puoi contare su un punto di forza. Sembri rimasta l’unica boa nel mare di indecifrabile tempesta che circonda la tua collega. Non potrai sottrarti al compito di dedicarle attenzione usando quell’amore e quella pietà che si devono a chiunque ci supplichi. Fai lo sforzo di avvicinarla al vero obiettivo che, dalle tue parole, mi sembra risieda in un intervento specialistico. Per quanto puoi, immagina di trovarti di fronte all’onore di una buona azione invece che a un fastidio.
Limone, fragoloni e uova ma che bella schifezza. Non so se ti ricordi, ma parecchi anni fa hai dato in tv la ricetta di un dolce che ho provato a fare una marea di volte, ma che non mi è mai riuscita. Ti ricordo gli ingredienti: poco limone, un chilo di fragole, anzi meglio fragoloni, 2 uova, farina e niente lievito perché se no viene tutto "rotto". Pur avendo fatto la scuola alberghiera non sono mai riuscito a capire il procedimento. Me lo puoi ripetere? Così se riesco a farla ti aspetto a Venezia per un tè e una fetta di torta! Fabio Tanto per cambiare, non mi ricordo questo fatto, ma dagli ingredienti che mi descrivi deve venir fuori una bella schifezza. Quindi, per il nostro appuntamento a Venezia, sarà meglio che la torta la inventi tu. Come sopportare tre cognate e trovare (davvero) Bula Bula. A volte mi sento un’aliena. O meglio, c’è sempre chi riesce a farmi sentire inadeguata: le mie cognate. Ne ho tre, mogli dei fratelli di mio marito. Quando la mia bimba ha iniziato la scuola materna, loro, premurosamente, mi hanno chiamata per sapere com’era andato il primo giorno di scuola. lo invece non le ho chiamate per sapere dei loro bimbi, non mi era venuto neanche in mente! Lavoro, casa e marito fuori per lavoro: non avevo di certo tempo per i convenevoli. Ma sembra che loro vogliano sottolineare la mia indifferenza. Immagino i discorsi alle mie spalle: "Non chiama mai, non si fa mai sentire...". Ho un paio di colleghi che spesso fantasticano di scappare su un’isola deserta, lontano da lavoro e famiglia. Io li ascolto, sorrido, e sogno con loro... W Bula Bula! Paola Le tre cognate della tua personalissima fiaba non ti stanno prendendo a sassate. Stanno cercando di proporti un modo di interpretare la famiglia nei suoi affetti e nei suoi bisogni. Se non ti piace, se è lontano da te, se ti sembra una sovrastruttura inutile, puoi spiegarti e proporre alternative. E un lavoretto di poco tempo e ad altissimo effetto sull’intero entourage e, soprattutto, immagino, sui tuoi cognati. Non c’è mica bisogno di scappare a Bula Bula per così poco. E poi non mi piace essere fraintesa a proposito dei tentativi di fuga. Bula Bula non è né un esilio, né un buen retiro, né un paradiso perduto, né "l’isola che non c’è". un possedimento individuale, a costo zero, accessibile sempre. Non c’entra nulla con le fantasticherie di colleghi, amici vicini e lontani. Sergio Endrigo era te? Ascoltate questa Mi piacerebbe un tuo ricordo su Sergio Endrigo. Secondo me con lui abbiamo perso un grandissimo artista e poeta. Non so se hai mai letto il suo libro Quanto mi dai se mi sparo?, la storia di un ex artista di successo emarginato dall’industria discografica. Endrigo ha continuato a proporre dischi nuovi che sono stati sistematicamente ignorati. Ti sembra giusto che il suo ultimo disco sia stato stampato in sole mille e 500 copie e che non sia stato neanche pubblicizzato? Gianluca Chiarini, Ravenna Era un grande artista, ha scritto canzoni indimenticabili, la mia preferita è la poco nota Basta così, vi consiglio di ascoltarlo. Era un uomo molto spiritoso. Ricordo benissimo un momento di tanti anni fa. Eravamo a una serata di beneficenza (pardon, oggi si dice concerto ma allora Abbado?) con diversi nomi importanti. Da dietro il sipario stavamo ascoltando chi era sul palco prima di noi. Non ricordo chi fosse, forse un complesso rock che faceva musica molto allegra e molto ritmata che divertiva il pubblico. Sergio, che sapeva di passare per uno che cantava solo canzoni lente e tristi, disse: "Ridete, ridete che adesso arrivo io!". CARA MINA, mi permetto di chiederle un piacere personale, se vorrà concedermelo. Confesso di non conoscere la sua musica, ma vorrei tentare di colmare questa mia lacuna. Mi citi tre dischi suoi e io li comprerò e li ascolterò. Così il mio (modestissimo) parere sulla sua persona sarà, se possibile, ancora migliore. Se nelle sue canzoni c’è anche solo un po’ della Mina che risponde sulla rivista saranno sicuramente pezzi bellissimi. Aldo Macciani Sono veramente lusingata, caro Aldo, del tuo parere sulle mie modestissime risposte e ti ringrazio. Ecco qui i titoli di tre miei album, o cd, come si dice adesso, che sono andati abbastanza bene: Abbey Road, The Dark Side of the Moon e My Name Is Barbra.