Varie, 2 marzo 2006
PAGNOZZI
PAGNOZZI Raffaele Avellino 5 luglio 1948. Dirigente. Segretario del Coni, il numero due dopo il presidente Gianni Petrucci • «[...] avellinese di nascita ma da sempre cittadino onorario di Frascati, segretario generale del Coni dal 1993, amministratore delegato della Coni Servizi spa dal 2002 [...]» (Ruggiero Palombo, ”La Gazzetta dello Sport” 2/3/2006) • «[...] Dal 1994 il segretario generale del Comitato olimpico guida la squadra Italia alle Olimpiadi. il capo missione del team, Pagnozzi, e il suo è un lavoro, anzi un’avventura [...] La sua è una vita da capo missione, un incarico al quale tiene non solo per l’importanza del ruolo [...] ma per il piacere di guidare una delle squadre più forti dello sport mondiale. [...] ”Ad Atene, prima della cerimonia di apertura - ricorda - Chechi è venuto da me. Non voleva più fare il portabandiera, era emozionatissimo e non se la sentiva. Sostituirlo non era più possibile. Ho parlato a lungo con Yuri e con i miei collaboratori lo abbiamo convinto”. La prima emozione, o meglio il primo ricordo del capo delegazione Pagnozzi, è sulla neve. ”Dopo la cerimonia di apertura a Lillehammer, nel ”94, una sfilata bellissima di quei Giochi ecologici, sono andato via. Ero in compagnia di Luciano Barra (un dirigente del Coni, ndr) e faceva freddo: meno 27 gradi. Per tornare al Villaggio non c’era un servizio organizzato ma auto sparse. stata un’avventura”. Due anni dopo, ad Atlanta, i primi Giochi estivi del capo missione con l’attentato al Centennial Olympic Park. ”Quella notte al Villaggio abbiamo organizzato in fretta un contrappello dei nostri atleti. I telefoni squillavano in continuazione, dall’Italia le famiglie ci chiedevano informazioni. Non abbiamo detto nulla, ma mancava un atleta: Cerioni. Era andato al parco e non era ancora tornato”. Arriviamo a Nagano, nel ’98, Olimpiadi della neve, quelle di Deborah Compagnoni prima donna a vincere, nello sci alpino, tre ori in tre edizioni, ma anche l’ultima di Alberto Tomba. Proprio la Bomba, a Nagano, ha dato lavoro al capo missione. ”Ci dicono, proprio il giorno dell’apertura (il 7 febbraio, ndr) quando scatta l’embargo, che Tomba appare su un giornale europeo nella pubblicità di un orologio. Il rischio di squalifica è reale”. Serve una grande attenzione per evitare il peggio. ”Abbiamo chiamato subito l’azienda - dice Pagnozzi - chiedendo una dichiarazione che li rendeva responsabili di quella pubblicità. Poi, abbiamo sostenuto la tesi che pur essendo uscito, il giornale, in Europa, anticipava di un giorno la cerimonia di apertura. Ci è andata bene”. [...]» (Carlo Santi, ”Il Messaggero” 23/7/2008).