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 2006  marzo 02 Giovedì calendario

LUPI

LUPI Maurizio Torino 18 gennaio 1961. Politico. «Cosa faccia davvero Maurizio Lupi è difficile dirlo: è professore di ginnastica, collaboratore dell’azienda paterna, consigliere regionale. Soprattutto è un prestigiatore della politica, leader di un partito che non c’è, ma da vent’anni ricompare puntuale, prima solo in Piemonte, poi in tutta Italia, ad ogni scadenza elettorale: cambiando spesso nome, ”Verdi Verdi”, ”AmbientaLista”, e simbolo (era stato sempre Lupi a inventarsi l’Orsetto che ride, oggi abbandonato) nel tentativo di sfuggire ai ricorsi che i Verdi ”Sole che ride” ogni volta oppongono. [...] Già a diciott’anni [...] era consigliere di quartiere a Torino. Per la Dc. Poi è arrivata la conversione ecologista e l´iscrizione ai Verdi (quelli ”classici”), abbandonati a fine anni Ottanta perché ”stavano diventando troppo rossi”. allora che Maurizio ha fondato i Verdi Verdi con l’idea, a suo modo geniale, che un ambientalismo edulcorato potesse trovare consensi anche nel centrodestra. Un partito familiare: ad ogni elezione in lista compaiono anche fratelli e la sorella, tutti consiglieri in qualche comune del Piemonte. E quando è necessario si candidano anche i genitori: ”Siamo una famiglia ambientalista: la nostra azienda è stata la prima in Italia a produrre pellicce ecologiche”. Finte pellicce e un finto partito? ”Ma sì, siamo più simili a un´associazione. Solo per le elezioni ci colleghiamo ad altri, per allargare l’area geografica in cui ci presentiamo”. Idee moderate, ma nessuna preclusione a sinistra: ”Abbiamo cercato di allearci anche con loro. Quelli del Sole che ride hanno sempre messo il veto”. E le spese chi le paga? ”Non si spende tanto per presentare una lista e noi, dopo vent’anni di pratica, sappiamo come fare: tutto in famiglia o con amici, manifesti e santini. Per radio e tv usiamo solo gli spazi gratuiti”. [...] apparentandosi con il suo Orsetto al centrodestra, con soli 124 voti di preferenza è riuscito ad entrare nel consiglio regionale del Piemonte: 124 voti che significano cinque anni di stipendio pari a quello di un parlamentare. Soldi che serviranno anche perché, spiega ”finora dal Polo aiuti ne abbiamo avuti pochi, al massimo qualche consigliere che autenticava firme. Quest’anno mi sembrano più interessati: la nuova legge elettorale ci favorisce perché in ogni caso porteremo voti, anche se pochi, alla coalizione. Ed è sicuro che non eleggeremo nessuno. Insomma serviamo, senza disturbare”. E dopo? ”A me della politica interessano solo le elezioni, l’unico momento in cui mi sembra di contare. La mia vera passione è far l’allenatore di atletica leggera”» (Marco Trabucco, ”la Repubblica” 2/3/2006).