varie, 2 marzo 2006
AJGI
AJGI Gennadij Shaymurzino (Russia) il 21 agosto 1934, Mosca (Russia) 21 febbraio 2006. Poeta. «Era considerato una sorta di sciamano contemporaneo [...] figlio di un insegnante e di una contadina allevata nella antica religione pagana di quella terra - aveva rivelato ben presto le sue doti poetiche e per questo era stato mandato nel 1953 a Mosca, per studiare presso l’Istituto di letteratura Gorkij. In quegli stessi anni il giovane poeta strinse una amicizia - che si sarebbe rivelata determinante - con Boris Pasternak: fu infatti proprio Pasternak a incoraggiare Ajgi, che fino a quel momento aveva scritto i suoi testi in chuvasho (una lingua affine al turco), a esprimersi in russo. D’altra parte, il rapporto con l’autore del Dottor Zivago, e lo stile fortemente innovativo dei suoi testi (in cui coesistono echi della cultura d’origine e influenze della moderna poesia francese) fecero di Ajgi una ”persona non grata” nel suo paese, anche perché le sue poesie, più note all’estero che in Russia, vennero fra l’’ltro pubblicate su ”Kontinent”, la rivista dell’emigrazione russa. Solo a partire dagli anni Ottanta, con la perestrojka, venne riconosciuto anche in patria il valore della sua opera, caratterizzata dal verso libero (ancora infrequente nella poesia russa) e da toni privi di retorica ma spesso visionari, ”al confine fra sonno e veglia”, come li definì il poeta stesso. Non a caso una delle sue raccolte porta in epigrafe una frase attribuita a Platone: ”La notte è il tempo migliore per credere nella luce”. In italiano, è fra l’altro possibile leggere testi di Aygi all’interno dell’antologia La nuova poesia russa edita da Crocetti nel 2003 per le cure di Paolo Galvagni» (’il manifesto” 1/3/2006).