Guido Ceronetti, La Stampa 22/2/2006, pagina 2., 22 febbraio 2006
«Non c’è nulla di così rivoltante come la criminalità impunita, particolarmente se violenta. La criminalità che perlomeno può essere punita, cioè che ne corre il rischio, può avere qualcosa di simpatico, perché include in questa sua condizione, e quindi nel suo atteggiamento esistenziale, una espiazione possibile
«Non c’è nulla di così rivoltante come la criminalità impunita, particolarmente se violenta. La criminalità che perlomeno può essere punita, cioè che ne corre il rischio, può avere qualcosa di simpatico, perché include in questa sua condizione, e quindi nel suo atteggiamento esistenziale, una espiazione possibile. Ma quando la situazione di fatto (o, come qualcuno vorrebbe, di principio) tolga tale rischio o possibilità, il sentimento verso il delinquente non può essere che quello che proviamo verso un insetto repugnante e nocivo. Atteggiamento emotivo, nella sua immediatezza, ma su un fondamento tutt’altro che emotivo: il criminale impunibile non è recuperabile al sistema della libertà più di quanto lo sia un insetto» (Vittorio Mathieu, "Perché punire? Il collasso della giustizia penale, Rusconi, 1978).