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 2006  febbraio 27 Lunedì calendario

RICCA

RICCA Piero Verbania 22 luglio 1971. Blogger • «[...] il contestatore che urlò ”buffone” a Berlusconi dopo una deposizione del premier in Tribunale [...] condannato dal giudice di pace a pagare 500 euro di multa per ingiuria» (’Corriere della Sera” 26/2/2006) • « il 5 maggio 2003, Piero Ricca al termine dell’udienza del processo Sme a Milano, si rivolge a Silvio Berlusconi: ”Buffone (o puffone a seconda delle versioni riportate), fatti processare, farai la fine di Ceausescu”. Comincia così la popolarità di Ricca. Da allora il suo blog è intriso di commenti, interviste, invettive. [...]» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 6/2/2008) • «[...] perfetto sconosciuto, nei corridoi del tribunale di Milano zeppi di telecamere in attesa del passaggio del premier dopo la deposizione al processo Sme, gli ruba letteralmente la scena per urlargli in faccia ”Berlusconi buffone, fatti processare e rispetta la legge, sennò farai la fine di Ceausescu!”. Successe il finimondo. Il Cavaliere si indispettì, a dito teso intimò ai carabinieri ”identificatelo”. La notizia finì in testa ai tg. Il tipo, che nessuno sapeva come apostrofare, fu descritto in modi per lo meno imbarazzati dalle agenzie (’un uomo” disse Apcom, ”un cittadino”, secondo l’Ansa, ”a guy”, un tale, per l’Associated Press). Si seppe poi che Ricca era a sua volta figlio di magistrato, e lui stesso studente fuori corso in giurisprudenza. Il pomeriggio rilasciò un’altra dichiarazione che lì per lì parve un’imbarazzata e anche futile rettifica, ”non gli ho dato del ”buffone’ ma del ”Puffone’” (per dire della ”non alta statura del presidente” e per ”la sua vena affabile e allegra, che anche oggi ha dato prova di sé”), ma che è probabilmente quella che lo consegna agli annali linguistico-politici. Ci fu chi paragonò Ricca a un giacobino, e neanche mite, chi ne fece un proprio eroe girotondino, chi più lucidamente vide in lui la reincarnazione mediatica del leggendario Angelo Gallo, il dc calabrese che in chiesa s’avvicinò a Fanfani per tirargli le orecchie. Fotografato, allora la tv non si portava. Poi tutto s’è fatto complesso, e la trasversalità postmoderna di questa storia è diventata quasi paradigmatica. Ricca dopo la semi-rettifica ri-rettificò: ”La frase sul Puffone? Nessuna ritrattazione, piuttosto la voglia di satira per calamitare l’attenzione su un problema reale”. Non bastò a evitargli una querela per ingiuria aggravata. Sei mesi dopo il pm aveva chiesto l’archiviazione della querela, quelle frasi potevano rientrare nel diritto di critica, ma il presidente del Consiglio ha presentato ricorso [...]» (’La Stampa” 15/11/2004) • «[...] Questo Ricca sa che se mi viene a sfrugugliare, a me, che ho un temperamento irritabile, mi girano i c... Lui mi riprende e mette su YouTube la scazzottata, chiamala così, che sembra fatta apposta per determinare l’indignazione di gruppi di fanatici, generalmente barbuti. Su Internet poi accade qualcosa di impensabile altrove. Lui si fa pubblicità a mie spese. E si crea un gran seguito. Tutto sfruttando la mia popolarità. Seguono 500-600, e anche di più, intimidazioni, di fondamentalisti, giustizialisti scatenati contro di me. Ricca è come Beppe Grillo: vogliono dimostrare che sei uno str..., usufruendo delle immagini come di micce per innescare il fanatismo [...]» (Vittorio Sgarbi, ”La Stampa” 11/1/2010).