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 2006  febbraio 27 Lunedì calendario

Mancuso Julia

• Reno (Stati Uniti) 9 marzo 1984. Sciatrice. Medaglia d’oro in slalom gigante alle Olimpiadi di Torino 2006, argento in discesa libera e supercombinata in quelle di Vancouver 2010 • «A fine Ottocento la famiglia di Teodoro Mancuso lascia Piana degli Albanesi, alle porte di Palermo, e si stabilisce in California. Negli anni Trenta Salvatore Taffanelli detto ”Tano” imperversa a Chicago, lavorando per Al Capone come rum runner, contrabbandiere di superalcolici ai tempi del proibizionismo. Nel 1995 Ciro Mancuso, nipote di Teodoro e marito di Andrea Taffanelli, nipote di Tano, viene condannato a nove anni di prigione per un traffico di marijuana del valore di 120 milioni di dollari, ma anche dal carcere continua a sostenere la figlia. Il 23 febbraio 2006 Julia Mancuso, figlia di Ciro secondo, due splendidi occhi azzurri e i modi della californian girl, mangia schifezze nella sua roulotte Dethleff, perché la sorella che le fa da cuoca non è rientrata. Guarda il pattinaggio artistico fino a tarda sera, Julia, senza sapere che il giorno dopo anche lei sarà campionessa olimpica. Nella tormenta di neve, su una pista da dopolavoro, l’italoamericana batte la finlandese Poutiainen, la svedese Ottosson, le austriache, addirittura Anja Paerson che finisce sesta, centrando il primo successo della carriera e il primo mezzo successo dell’Italia dello sci. Perché Julia è di Truckee, California, è a stelle e strisce, anzi no, ama il nostro paese, e non rinnega niente delle sue origini. ”Si capisce che siamo italiani: a tavola cuciniamo sempre con l’olio d’oliva. Quella storia di Al Capone? (sorride) beh, insomma, m’hanno raccontato che mio nonno viveva con la sua famiglia a Chicago, e che suo papà lavorava per la mafia. Era un rum runner, non so molto di più, ma mi piace scherzarci su”. [...] Daddy s’è rimesso in sella, mai gli attribuiresti quelle disavventure giudiziarie: patteggiò, si fece solo cinque anni di carcere dopo l’arresto davanti a Julia bambina. ”Non mi sembra di essere uscita traumatizzata da quegli anni - ricorda - so solo che lo sci era l’unica cosa da fare e che passavo le giornate a buttarmi giù dalle colline con le mie sorelle”. Il tempo passa, le storie si riscrivono: ”Sono un costruttore, realizzo centri commerciali - racconta papà Ciro - mi divido tra Squaw Valley e le Hawaii, dove Julia mi viene a trovare tre mesi all’anno. Sapete che è una campionessa di surf?”. [...]» (Mattia Chiusano, ”la Repubblica” 25/2/2006).