Varie, 27 febbraio 2006
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Forsberg Peter
• rnsköldsvik (Svezia) 20 luglio 1973. Giocatore di hockey ghiaccio. Campione olimpico a Torino nel 2006. e a Lillehammer nel 1994 «[...] leggenda dell’hockey del suo paese grazie al rigore decisivo dopo i tempi supplementari con cui superò il portiere canadese Corey Hirsch nella finale di Lillehammer, un gol che venne immortalato in un francobollo delle Poste, facendo di Peter l’unico hockeysta svedese ad avere tale onore. Sarebbe tuttavia un insulto al suo enorme talento ridurne la carriera a quell’episodio: basti ricordare che Peter ha in bacheca due Stanley Cup con Colorado (la prima, nel ’96, la fece passare in parata nella sua città, Ornskoldsvik ed era la prima volta che la coppa usciva materialmente dall’America), è stato il miglior giocatore dell’Nhl nel 2003 e appartiene al club davvero ristretto dei giocatori [...] capaci di vincere campionato americano, oro mondiale e oro olimpico. Figlio di un allenatore (che lo ha guidato in nazionale dal ’96 al ’98), già a 5 anni si mise i pattini ai piedi e mostrò le stimmate del predestinato. Proprio papà Kent è solito raccontare un episodio edificante: a 9 anni, dopo una partita, Peter tornò a casa piangendo perché la sua squadra aveva perso 9-8. Il papà gli chiese se avesse almeno segnato e lui, sempre in lacrime, rispose: ”Ne ho fatti 8”. Grazie all’hockey, è diventato ricchissimo: quando firmò il rinnovo con gli Avalanche per 88 milioni di euro per 8 anni, nessuno in Svezia guadagnava tali cifre, tanto che un quotidiano scherzò sui dirigenti d’azienda incapaci di negoziare i loro contratti. [...] Per molti Forsberg, ora a Philadelphia, è il giocatore più completo dell’Nhl grazie a un fisico straordinario e alla capacità di risultare determinante tanto in attacco quanto in fase difensiva. La sua carriera sarebbe stata addirittura più luminosa se gli infortuni non lo avessero condizionato: nella finale Nhl del 2001, non giocò le ultime due partite perché in uno scontro di gioco subì un colpo alla milza, che gli venne asportata e si parlò addirittura di ritiro. [...]» (Riccardo Crivelli, ”La Gazzetta dello Sport” 25/2/2006).