27 febbraio 2006
Samuela Megiovanni, di anni 22, la mattina di domenica 29 gennaio, dopo aver mangiato qualcosa per colazione e rifatto il letto, prese il foulard colorato con cui spesso si faceva vedere in giro, se lo legò attorno al collo e con questo si appese alla doccia
Samuela Megiovanni, di anni 22, la mattina di domenica 29 gennaio, dopo aver mangiato qualcosa per colazione e rifatto il letto, prese il foulard colorato con cui spesso si faceva vedere in giro, se lo legò attorno al collo e con questo si appese alla doccia. A trovarla il fratello Fabio, che da ore provava a telefonarle. A nulla servirono i tentativi di rianimazione. La Megiovanni era ossessionata dal peso in eccesso e soffriva di disturbi dell’alimentazione, per curare i quali s’era anche rivolta a un centro specializzato di Pietra Ligure, che però da qualche tempo non frequentava più. Aveva invece iniziato a lavorare come volontaria per gli anziani e a chi la conosceva aveva spiegato che «una volta guarita dalla malattia» avrebbe voluto studiare psicologia all’Università. Per sentirsi più autonoma da poco abitava da sola, però non troppo distante dall’amato fratello Fabio. Al secondo piano di un palazzo in via dell’Ospedale, nel centro storico di Oneglia, Imperia.