La Stampa 22/02/2006, pag.35 Piero Bianucci, 22 febbraio 2006
Ma i motivi non sono neurologici. La Stampa 22 febbraio 2006. Le donne nella scienza sono poche, però le due scoperte più importanti del Novecento vengono dal genio femminile: Rosalind Franklin svelò la doppia elica del Dna e Lise Meitner la fissione dell’atomo
Ma i motivi non sono neurologici. La Stampa 22 febbraio 2006. Le donne nella scienza sono poche, però le due scoperte più importanti del Novecento vengono dal genio femminile: Rosalind Franklin svelò la doppia elica del Dna e Lise Meitner la fissione dell’atomo. In entrambi i casi i compagni di laboratorio seppero approfittare della situazione: Watson e Crick sbirciando una fotografia sottratta alla Franklin, Otto Hahn facendo tesoro degli esperimenti della Meitner. Si può discutere come vadano suddivisi i meriti di queste scoperte. In ogni caso a ritirare il Nobel per il Dna e per la fissione nucleare andarono solo uomini. Certo, anche il cervello risente della «piccola differenza». Quello femminile in media pesa un etto di meno e quello maschile ha un 4% di neuroni in più. Ma le donne hanno più connessioni tra una cellula e l’altra e un corpo calloso che congiunge meglio i due emisferi cerebrali, il sinistro, che presiede alle funzioni linguistiche e analitiche, e il destro, che è sede della sintesi e della percezione spaziale. Inoltre nell’uomo di solito domina il cervello sinistro, nella donna c’è più equilibrio tra i due e talvolta prevale il destro. Le aree del linguaggio nelle donne sono più estese del 23%, negli uomini la regione della corteccia coinvolta nel calcolo è maggiore del 5%. Con l’età il cervello maschile si contrae più di quello femminile, specie nelle zone che interessano il pensiero, la pianificazione e la memoria. Nel 2002 Doreen Kimura ha messo in evidenza che le donne sono più brave nei test di attenzione, memoria, precisione e linguistica; gli uomini prevalgono nell’orientamento, nell’abilità motoria, nella logica. Insomma: diversità, non gerarchie. Se scarseggiano le donne scienziato, i motivi appaiono più di tipo sociale che neurologico. Probabilmente il numero delle ricercatrici cresce in proporzione a quello degli asili nido e dei mariti che lavano i piatti. Piero Bianucci